SEZIONE: WELFARE E POLITICHE GIOVANILI

Assistente domiciliare dell’infanzia a casa e in forma imprenditoriale

23 Settembre 2009
 
Il panorama delle offerte di cura per la prima infanzia a sostegno delle mamme lavoratrici - con obiettivi di libertà di scelta per le donne e aiuto alla famiglia - si arricchisce a Monza di una nuova opportunità: il servizio Tagesmutter. Comune di Monza, Camera di Commercio e Confindustria di Monza e Brianza, Comitato per la promozione dell’Imprenditoria Femminile e Formaper, hanno siglato il 3 febbraio scorso un protocollo d’intesa dal quale è partito il Progetto di formazione della nuova figura professionale Tagesmutter, riconosciuta dalla Regione Lombardia. Il Progetto ha ottenuto il Patrocinio del Ministero delle Pari Opportunità. La tagesmutter che opererà nel comune di Monza e nella sua provincia brianzola, è una donna preparata a svolgere la funzione di “assistente domiciliare all’infanzia”, lo farà nella sua abitazione e in forma imprenditoriale cooperativa. Aperto il bando per selezionare donne interessate a svolgere questa pro- fessione, si è poi dovuto procedere alla proroga della chiusura, a causa delle numerose richieste di informazione dei cittadini. I requisiti per diventare una tagesmutter sono: età compresa tra i 18 e i 60 anni, diploma di scuola media superiore, residenza nella provincia di Monza e Brianza, la disponibilità di una abitazione di almeno 70mq - rispondente a precise norme igienico-sanitarie, competenze di cura dei bambini e attitudini imprenditoriali. Il corso gratuito di 300 ore di formazione, attivato a Monza in collaborazione con la cooperativa “Casa del Bimbo - Tagesmutter” di Bolzano, vuole garantire una professionalità con un substrato motivazionale; prevede per questo la partecipazione delle 30 donne prescelte a delle lezioni di pedagogia, con risvolti pratici di intrattenimento dei bambini nella fascia di età da 0 a 3 anni. Si è ritenuto necessario anche l’apprendimento di qual- che nozione di psicologia della relazione, con un importante approfondimento relativo all’integrazione interculturale; come anche la conoscenza di elementi base di pediatria e primo soccorso, con finalità di igiene e sicurezza. Un alto numero di ore di formazione risulta impiegato nel potenziamento delle competenze di organizzazione imprenditoriale; si perché la tagesmutter, pur gestendo personalmente la cura di 2 o fino a 6 bambini, non può esercitare la sua professionalità singolarmente, ma solo in cooperativa. Questa forma è necessaria per garantire un servizio che copra la flessibilità di orario concordato con la famiglia, ma anche emergenze quali la malattia della tagesmutter, i periodi delle ferie, eventuali richieste di consulenze professionali, scambio di esperienze utili a migliorare la prestazione. La preparazione di queste donne prevede a conclusione delle 250 ore di lezioni di teoria, anche uno stage di 50 ore che verrà svolto presso la “Casa del Bimbo - Tagesmutter” di Bolzano.
 
Una risposta concreta alle esigenze delle mamme
“Ogni bambino che nasce ci ricorda che Dio non è ancora stanco degli uomini” affermava il grande poeta indiano Tagore. E la famiglia - luogo naturale di accoglienza per ogni bambino - ha oggi sempre più bisogno di uomini che non si stanchino di trovare soluzioni per supportarla. L’assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Monza si fa carico del problema di cura della prima infanzia nell’ambito della sua città e provincia, e diventa promotore di un ulteriore servizio, quello operato dalla tagesmutter. La decisione di recuperare dalla tradizione nordeuropea questa figura femminile di sostegno alle mamme lavoratrici ci viene raccontata da Martina Sassoli, giovane assessore con delega alle Pari Opportunità del Comune di Monza.
Progetto Tagesmutter: quali i vantaggi e i limiti in questa nuova professionalità?
Monza è una città in cui ci sono buone possibilità di lavoro per le donne, e contestualmente è una città che soffre della carenza di strutture dove poter affidare i propri figli. Il Progetto Tagesmutter si situa quindi come risposta a un bisogno delle mamme, e allo stesso tempo vuole dare alle donne la possibilità di intraprendere una nuova professione. Se parliamo di vantaggi, esiste la flessibilità di orario e personalizzazione del servizio, l’accoglienza in una struttura familiare, il numero molto ristretto di bambini rispetto a quelli previsti negli asili nido. C’è poi un bel risvolto di natura pedagogica relativo alla fascia di età dei 2-3 anni: i bambini imparano a socializza- re anche se figli unici. Esiste un vantaggio quantitativo che noi ci attendiamo; in una città in cui ci sono 800 bambini che rimangono in lista d’attesa per l’accesso a strutture private o pubbliche, dare vita a 30 nuove figure professionali in grado di gestire 4-5 bambini per volta, significa inserire uno strumento che anche dal punto di vista quantitativo dia una risposta positiva, o perlomeno quasi soddisfacente. Potrà emergere anche un lavoro sommerso fatto da babysitter non adeguatamente preparate.
Tagesmutter - letteralmente “mamma di giorno”: essere madre è considerato requisito favorevole all’esercizio di questa professione?
Per diventare tagesmutter non è indispensabile essere mamma di un proprio figlio; questa nuova fisionomia culturale è frutto dell’evoluzione del primo Progetto sperimentato vent’anni fa a Bolzano, nato allora da un gruppo di mamme lavoratrici in una relazione di mutuo aiuto. La Provincia Autonoma di Bolzano è stata la prima in Italia ad istituire il servizio Tagesmutter costituendo nel luglio ’95 la cooperativa “Casa del Bimbo”.
Per quale ragione avete scelto per lo stage formativo questa cooperativa altoatesina?
Abbiamo scelto la cooperativa di Bolzano, con la quale abbiamo preso contatto appena varato il Progetto Tagesmutter. Ne è nato un rapporto di fiducia; sono stati in grado di fornirci consulenza, e con la loro esperienza pluriennale, hanno saputo indicarci limiti e vantaggi di natura burocratica nell’attivare questo servizio. Siamo stati poi facilitati nella burocrazia dalla Direzione Famiglia della Regione Lombardia, e supportati dal Ministero delle Pari Opportunità.
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