SEZIONE: ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME

Esecutivo ANCI Lombardia - Forte protesta contro i tagli e i vincoli del Patto di stabilità

18 Febbraio 2009
 
“Nelle nostre fabbriche non c’è lavoro. Tra la nostra gente si sente la crisi. E i Comuni, che con gli appalti pubblici possono costituire un positivo volano per l’economia e l’occupazione, sono costretti a bloccare i lavori. Ormai non si mangia neppure il pane messo in tavola se non rientra nel patto di stabilità. E’ davvero inaudito. Inaccettabile”. Con queste parole Bruno Bettinsoli, sindaco di Lodrino, ben sintetizza lo stato d’animo degli oltre 1.500 sindaci della Lombardia.

Ieri, nel corso dell’Esecutivo di ANCI Lombardia svoltosi nella sede di piazza Duomo, è emersa forte la protesta nei confronti di un patto di stabilità che, dopo la recente circolare firmata dal Ministro Tremonti, sta montando come un fiume in piena. Ed è per questo motivo che, all’unanimità, è stata decisa una giornata di mobilitazione  entro la fine del mese, con il coinvolgimento dei parlamentari lombardi e con i sindaci che si raduneranno a Milano, con fascia tricolore, per esprimere tutto il loro dissenso.

“La situazione è grave – sottolinea il Presidente di ANCI Lombardia Lorenzo Guerini – al punto che i nostri Comuni non sono nelle condizioni di approvare i bilanci preventivi 2009. Il quadro complessivo è devastante: i continui tagli delle Finanziarie che si sono succeduti in questi anni; l’abolizione dell’Ici mai totalmente compensata ai Comuni come invece il governo aveva promesso; il blocco degli avanzi di amministrazione, i tagli al fondo sociale sia per il 2008 che per il 2009 ed ora anche l’indisponibilità dei fondi derivanti dalle alienazioni. Uno stillicidio che rischia solo di far saltare il sistema sociale. Per questo la protesta si sta allargando tra i nostri sindaci e va ben oltre gli schieramenti. Sindaci che sono in prima linea, che vedono crescere il bisogno sociale e al tempo stesso devono fare i conti con disponibilità economiche che si assottigliano di giorno in giorno. Tutto questo mentre grandi città dai bilanci dissestati ottengono fondi e deroghe ad un patto di stabilità che invece hanno ampiamente disatteso”.

“Il federalismo fiscale tarda ad arrivare – evidenzia Giancarlo Corada, sindaco di Cremona –  e non possiamo arrivarci morti, tra qualche anno. Da subito chiediamo di destinare ai Comuni il 20% dell’Irpef come proposto dai sindaci del Veneto.”

“Noi siano disponibili a far nostra questa richiesta anche se vogliamo verificare già nelle prossime ore la reale disponibilità al confronto del Governo chiamato a dare precise risposte su questi temi ad ANCI nazionale" ha aggiunto Guerini”.

“L’atteggiamento degli amministratori lombardi – rileva il vicepresidente Giulio Gallera – è sempre stato caratterizzato da una corretta e virtuosa gestione delle risorse e delle regole. Questa è la nostra prerogativa. Siamo certamente disponibili a farci carico del problema complessivo dell’enorme debito pubblico. Ben sapendo che non siamo noi la causa di questi dissesti. Il nostro contributo è storia di questo paese, ma non si possono continuamente accettare pesi e misure diverse. Se ci sono deroghe valgano per tutti: per l’Expo 2015 come per i nostri tanti piccoli Comuni che stanno vivendo momenti di autentica difficoltà”.

Anche Achille Taverniti, vicepresidente di ANCI Lombardia, è sulla stessa lunghezza d’onda. “I nodi arrivano al pettine – ha sottolineato – e quello che più mi preoccupa è la considerazione che noi stiamo arretrando sulle politiche di solidarietà proprio mentre più acuto si fa il bisogno dei nostri cittadini. Dobbiamo quindi avere una posizione chiara ed univoca, ben rapportata alla gravità del momento”.

“La realtà che ci accomuna – rileva Gino Perferi, sindaco di Arese – e che i bilanci vanno approvati e che siamo tutti in estrema difficoltà. Abbiamo di fronte l’appuntamento dell’Expo 2015. Serve un patto per Milano, che significa un patto per la Lombardia. Rischiamo di perdere l’occasione di dare una svolta ai trasporti e alle infrastrutture che sono oggi inadeguate non solo all’Expo, ma anche alla vita quotidiana, perché sono vecchie di decenni”.

“La situazione è davvero molto preoccupante – ha poi aggiunto Giorgio Oldrini, sindaco di Sesto San Giovanni – perché la realtà dei fatti ci pone al di fuori dal patto di stabilità. Ma è anche vero che uscire dal patto deve avere come contropartita l’avere una prospettiva politica. Altrimenti si va a grandi passi verso un punto di non ritorno. Mi sento per questo in sintonia con la richiesta dei comuni veneti di una compartecipazione all’Irpef del 20%. Sono invece contrario a un modello fatto di ececzioni e di deroghe. Quello che dobbiamo avere ben chiaro è il fatto che oggi è in gioco il bene più prezioso, cioè l’autonomia degli enti locali”.

“Per tutte queste considerazioni – conclude il Presidente Lorenzo Guerini – l’Esecutivo di ANCI Lombardia chiede ai Comuni una mobilitazione generale. Vedremo l’evolversi della situazione e giudicheremo la reale disponibilità del Governo ad affrontare temi che sono di drammatica attualità. Entro la fine del mese vogliamo organizzare un evento a Milano incontrando i Parlamentari lombardi per far conoscere a loro e a tutti i cittadini le reali difficoltà dei Comuni. Qui non siamo solo di fronte a uno scatto d’orgoglio. Sono ormai in gioco la  ragion d’essere dei nostri Comuni e gli stessi livelli di coesione sociale”.
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