Il
decreto del 5 agosto amplia i poteri dei Sindaci in materia di
sicurezza urbana e incolumità pubblica, tra cui figurano: le situazioni urbane di degrado quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l'accattonaggio e i fenomeni di violenza legati all'abuso di alcol; le situazioni di danneggiamento al patrimonio pubblico e privato; l'incuria, il degrado e l'occupazione abusiva di immobili; l'abusivismo commerciale e l'illecita occupazione di suolo pubblico; i comportamenti, come la prostituzione in strada e l'accattonaggio molesto che offendono la pubblica decenza e turbano gravemente l'utilizzo di spazi pubblici.
“Quello che vogliamo creare - ha spiegato il ministro Maroni - è una sinergia sul territorio tra strutture di polizia, prefetti e sindaci. Questi ultimi, però, d'ora in poi avranno un ruolo da protagonisti per garantire la sicurezza sul territorio. I sindaci- ha proseguito il ministro - potranno utilizzare questi nuovi poteri per difendere l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana”.
Fra le
novità contenute nel decreto e
sottolineate dall'Anci, vi è il riconoscimento normativo della materia “
sicurezza urbana” quale ambito di competenza del
Sindaco in quanto ufficiale di Governo e la facoltà di adottare, nella materia della sicurezza urbana e in quella della incolumità pubblica, sia
provvedimenti motivati dal presupposto della urgenza e della contingibilità sia
provvedimenti di carattere ordinario. Su richiesta dell’Anci, inoltre, sono stati inseriti nel decreto specifici poteri per i Sindaci anche in materia di
contrasto al commercio ambulante abusivo e
all’accattonaggio molesto, l’istituzione dell’
osservatorio sulle esperienze realizzate nei territori e la previsione di un
fondo di 100 milioni di euro per finanziare gli interventi in tema di sicurezza urbana.