La Commissione Europea sta operando all’interno dell’Unione per attivare politiche volte a migliorare la qualità dei tirocini.
Non esiste attualmente una normativa europea che uniformi l’istituto, pertanto ogni Paese membro attua regole relative in maniera autonoma e indipendente, con differenze talvolta sostanziali; in alcuni casi la mancanza di regolamentazione porta a considerare i tirocinanti come manodopera a basso costo o addirittura gratuita.
Per evitare questa deriva e dare un significato arricchente all’esperienza un tirocinio di qualità deve offrire anche contenuti di apprendimento significativi. Ciò implica tra l'altro l'individuazione delle specifiche competenze che devono essere acquisite, la supervisione e il mentoring del tirocinante e il monitoraggio dei suoi progressi (Raccomandazione del Consiglio del 10 marzo 2014 su un quadro di qualità per i tirocini).
È emblematico che la Commissione abbia avviato proprio nell’Anno Europeo delle Competenze la consultazione delle parti sociali europee sul rafforzamento e sulla revisione del Quadro europeo di qualità per i tirocini.
Il parere delle parti è richiesto in linea con l'articolo 154, paragrafo 2, del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’unione Europea), si articola in due fasi, la prima aperta fino a metà settembre 2023. Le parti sociali possono decidere di avviare trattative tra loro dopo la prima o la seconda fase della consultazione.
Alle organizzazioni sindacali europee e alle associazioni dei datori di lavoro è chiesto di esprimersi su come fornire ai giovani esperienze realmente significative e in condizioni eque. La consultazione definisce le possibili aree di intervento dell'UE, tra cui l'ambito di applicazione, la lotta all'abuso dei tirocini, l'equa retribuzione e l'accesso alla protezione sociale per i tirocinanti.
La necessità di una revisione del Quadro e dell’individuazione di linee guida condivise e tutelanti nei confronti dei giovani scaturisce dall’evidente ruolo formativo che il tirocinio ricopre nel percorso di crescita professionale e di sviluppo delle competenze.
Come sottolinea Eurodesk riferendo i dati di una recente indagine di Eurobarometro, il tirocinio rappresenta per un giovane su 5 il primo vero approccio al mondo del lavoro e il 68% dei giovani hanno fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro proprio dopo un tirocinio.
Un ruolo chiave lo gioca l’aspetto formativo: il 76% dei giovani europei afferma di aver appreso cose utili professionalmente; la valenza in termini di apprendimento e di orientamento emerge anche dal dato secondo cui solo il 6% dei giovani dopo 6 mesi dall’ultimo tirocinio non era impiegato in percorsi professionali o di studio. Dalla ricerca emergono altre due informazioni significative: in primis il numero di giovani che si sperimenta in tirocini all’estero è il 21% degli intervistati (dato in evidente crescita rispetto al 9% del 2013) confermando l’interesse delle nuove generazioni verso esperienze non esclusivamente locali (rimangono come ostacolo nella scelta i costi della vita all'estero e la mancanza di informazioni pertinenti); in secondo luogo si indaga la percezione che i giovani hanno rispetto all’accessibilità ai tirocini da parte di ogni individuo, segnalando come giovani con disabilità abbiano maggiori difficoltà e non le stesse possibilità.
(Roberta Locatelli)