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Ottimista e sempre più green l'italiano di domani secondo Coop

10 Settembre 2021
 

E' «Think Positive», ovvero «pensa positivo» il mantra degli italiani alle prese con la definizione di un nuovo futuro, dopo quasi un biennio di grandi incertezze. Un popolo sempre più aperto alle diversità e inclusivo, che ha compreso in pieno l'importanza di volere bene a sè stessi e al pianeta e in quest'ottica ha cambiato abitudini a tavola e nella vita di ogni giorno. Lo raccontano i dati del “Rapporto Coop 2021 – Economia, Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto di analisi di Nielsen e i contributi originali di  Gfk, Gs1-Osservatorio Immagino, Iri Information Resources, Mediobanca Ufficio Studi,  Npd,  Crif, Tetra Pak Italia, che giunto alla sua 16esima edizione si rivela come sempre una bussola utile per orientarsi nel mondo dei trend e degli orientamenti di consumo.


Dopo la peggiore crisi di tutti i tempi, la migliore ripresa di sempre
La fotografia del Paese di oggi è, più che mai, a colori accesi. Il Pil mondiale cresce al +6% nel 2021 e sono rosee anche le previsioni a venire (+4,9% nel 2022 e +3,5% nel 2023). Corre più veloce di tutti la Cina, in un mondo multipolare in cui gli Usa sembrano abdicare al loro storico ruolo di potenza egemone e offrono anche all’Europa la chance di diventare soggetto stabilizzatore nella costruzione dei nuovi equilibri geopolitici tra i molti protagonisti regionali emergenti.
In Europa e nel mondo, l’Italia vive una seconda giovinezza; cresce più in fretta delle aspettative (il balzo in avanti del Pil potrebbe sfiorare il 6%), trascinata dall’export che ha già superato i livelli pre Covid e dalla riconversione digitale della propria manifattura. Tutto quello che è italiano piace ed è "cool":  durante gli Europei di calcio le ricerche on line associate alla parola “Italia” sono cresciute di un +211% e il nostro Paese resta in testa alle wish destination mondiali, amato dai vip e dalle celebrities di Hollywood. Soprattutto, il 60% della business community internazionale si dichiara convinto di una maggiore attrattività del Paese nei prossimi 3 anni e il 48% lo ritiene una possibile destinazione dei propri investimenti futuri. Anche per questi nuovi riconoscimenti, l’86% degli intervistati si dichiara orgoglioso di essere italiano. E cresce anche la fiducia degli italiani nell’Europa e nell’Ue (oggi al 44%  tra i valori più bassi nell’Ue ma il più alto fra gli italiani da marzo 2011, quindi negli ultimi 10 anni).


La necessità di una rivoluzione verde
Il ritorno alla crescita (in Italia e nel mondo) ripropone con forza la stringente necessità di una grande rivoluzione verde a livello globale (44 sono i paesi che si sono impegnati con leggi, protocolli, documenti nel 2021 rispetto ai 22 di appena 2 anni fa); sembra, anzi, oramai esaurirsi il tempo a disposizione, tanto da far temere nuove tensioni geopolitiche dovute alla diminuzione delle risorse naturali disponibili (lo teme l’80% degli executive intervistati). Lo scetticismo (il 77% del campione executive) nella possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati in fatto di inquinamento e cambiamento climatico va di pari passo con la consapevolezza che proprio il rispetto dell’ambiente e l’innovazione sono oramai le priorità irrinunciabili dello sviluppo futuro. La consapevolezza è ampia non solo tra i manager. Il 79% degli italiani si dichiara infatti, preoccupato del riscaldamento globale e il 75% degli executive affida lo sviluppo futuro all’innovazione tecnologica e digitale e sono gli scienziati e i medici a tornare in cima ai modelli di riferimento degli italiani (rispettivamente con il 49% e il 32% del campione).


Pensiero positivo e ferite da "long Covid"
Messo da parte il rancore, torna la fiducia nel prossimo (lo afferma il 41% rispetto al 19% di quattro anni fa), a partire dalla famiglia e dagli affetti più stretti.  Nel rinnovato clima di benevolenza vengono assorbite con più elasticità anche le differenze. Così i nostri connazionali si definiscono pro eutanasia e aborto, accoglienti con i rifugiati e tra i più LGBT+ friendly del continente. E pur posizionandosi tra gli ultimi Paesi in Europa quanto a parità di genere, il 42% degli italiani mostra consapevolezza di questo triste primato. Sono proprio le donne ad essere le più convinte delle proprie capacità (già oggi sono più istruite degli uomini) e ritengono di essere la prima potenzialità inespressa di cui dovrebbe approfittare il Paese per il suo rilancio (tra gli italiani lo sostiene il 42% delle donne contro un ben più modesto 18% di uomini). Ma il nuovo “think positive” degli italiani dipende dalla rinnovata consapevolezza “delle cose importanti della vita” (45% degli intervistati) piuttosto che da un concreto cambiamento delle proprie condizioni di vita.
Restano, infatti, profonde le ferite fisiche e mentali della pandemia, l’inquietudine da long Covid ha generato ansia, insonnia, depressione e disturbi alimentari. (si stima in 10 miliardi il costo totale solo per il trattamento delle sindromi depressive generate dalla pandemia). Inoltre, si moltiplicano le povertà, sono 27 milioni gli italiani che ancora nel 2021 hanno vissuto rinunce e disagi quotidiani, 18 milioni coloro che ne prevedono il perdurare nel tempo e 5 milioni coloro che temono il protrarsi di sacrifici, anche in ambito alimentare  Anche per questo, al crescente ottimismo degli italiani e alla nuova fascinazione estera per il nostro Paese, non corrisponderà nell’immediato una altrettanto rapida ripresa dei consumi.  Secondo la maggioranza degli esperti, l’Italia raggiungerà i livelli pre Covid solo nel 2023 (lo afferma il 43% degli executive ) e  infatti nel 2022 il 28% degli italiani prevede di avere un livello di spesa ancora inferiore rispetto al 2019.


La tavola metafora dei cambiamenti degli italiani
Un italiano su due ha cambiato le proprie consuetudini alimentari, chi indulgendo nel conforto alimentare (il 23% ha preso peso – in media + 5,8 kg) e chi approfittandone per una dieta più equilibrata e salutare (15% quelli che hanno perso peso in media –7,1 kg). La vera novità del 2021 è la comparsa della nuova tribù dei climatariani, ovvero di coloro (1 italiano su 6) che dichiarano di adeguare il proprio regime alimentare per ridurre l’impatto ambientale. E comunque l’ambiente diventa riferimento di molti italiani; l’88% associa al cibo il concetto di sostenibilità che significa per il 33% avere un metodo di produzione rispettoso, per un altro 33% attenzione agli imballaggi, per il 21% è sinonimo di origine e filiera e per il 9% di responsabilità etica. Così, il 13% sta riducendo il consumo di carne (i cosiddetti reducetariani), si preferiscono prodotti locali e di stagione, i prodotti vegani sono consumati anche da chi cerca solo una alternativa proteica alla carne e raddoppiano le vendite di proposte vegane di nuova generazione (le bevande, le besciamelle, i piatti pronti).
Tra le new entry sulle tavole degli italiani da qui a 10 anni ci sono cibi vegetali con il sapore di carne, a base di alghe, farina di insetti e anche la carne coltivata in vitro. In realtà la food revolution è già in corso. Gli investimenti nel solo 2020 in cibi e bevande di prossima generazione ammontano a 6,2 miliardi. (VV)

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