di Massimo Di Rienzo e Andrea Ferrarini
Da molte parti viene espressa una certa preoccupazione per l’assenza di tassatività delle situazioni che danno vita ad un obbligo di astensione. E’ nostra opinione che se si adottassero misure legislative o regolamentari tali da rendere “tassative” le situazioni di conflitto di interessi, avremmo certamente un beneficio immediato in termini di certezza del diritto, ma faremmo molti passi indietro in termini di cultura della gestione del rischio all’interno delle amministrazioni.
Il conflitto di interessi, infatti, può essere valutato sia come vizio di legittimità di un procedimento, sia come fattore abilitante del rischio di corruzione e per questo indagato a livello dell’analisi e valutazione del rischio. In questo senso, l’articolo illustra due metodologie di valutazione delle situazioni di conflitto di interessi fondate sull’uso di “scenari” che integrano i due ambiti e rafforzano la cultura della gestione del rischio di corruzione nelle amministrazioni.
In conclusione, riteniamo opportuno racomandare che la valutazione delle situazioni di conflitto di interessi debba diventare una competenza specifica del personale di una stazione appaltante, così come la gestione di tali situazioni debba essere in carico all’organizzazione.
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