SEZIONE: SICUREZZA E LEGALITA' - WELFARE E POLITICHE GIOVANILI
IMMIGRAZIONE

Fassino: lo Sprar divenga sistema di seconda accoglienza

14 Luglio 2016
 

"Il nostro Paese continua ad affrontare un momento particolarmente delicato per l'emergenza immigrazione con una netta predominanza di strutture a carattere straordinario, rispetto al sistema ordinario dello Sprar, mettendo in difficoltà la tenuta complessiva del sistema". Lo evidenzia il presidente di Anci, Piero Fassino, intervenuto alla presentazione del Rapporto Annuale 2015 del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar).

Basta con le soluzioni tampone
Lo studio evidenzia il rafforzamento del ruolo degli enti locali come protagonisti della gestione dei flussi di accoglienza, ma allo stesso tempo sottolinea la necessità di proseguire su un progressivo abbandono delle soluzioni tampone, per fare della rete Sprar il sistema principale e poi unico di seconda accoglienza. "Con il Ministero dell'Interno stiamo definendo un decreto che modificherà i sistemi di accesso e di accreditamento permanente dei Comuni alla rete Sprar, rendendolo più flessibile e dando continuità ai progetti che sono da più tempo nella rete e risultano qualitativamente validi. Questi non dovranno più presentare un progetto, ma saranno accreditati in modo permanente come componenti della rete Sprar".

Un sostegno a quasi 30mila persone nel 2015
Rete che nel 2015 ha accolto un totale di 29.761 persone, mentre i progetti hanno messo a disposizione 21.613 posti di accoglienza con 376 enti locali titolari di progetto (339 comuni, 29 province e 8 unioni di comuni), per circa 800 comuni coinvolti nell'accoglienza. I minori accolti nei progetti Sprar sono stati 1.640, su una rete attiva di 977 posti e i progetti, in totale, hanno erogato complessivamente 259.965 servizi (assistenza sanitaria 20%, formazione 16,6%, attività multiculturali 15%, alloggio 14,9%, istruzione/formazione 10,9%, inserimento scolastico minori 9,5%), grazie alla collaborazione di 8.291 figure professionali.

 

Una ripartizione più equa
Ultima riflessione a margine dello studio: come incentivare sempre più Comuni a diventare parte della rete Sprar. Secondo Matteo Biffoni, delegato Anci per l'immigrazione e l'integrazione, serve una risposta alla questione di fondo: "Bisogna tutelare i Comuni dall'attivazione non concertata di altre forme di accoglienza e un sistema di incentivi per chi accoglie, come lo sblocco del turn over". Precisa Fassino: "Anci ha presentato al Ministero dell'Interno un piano di riparto delle accoglienze sugli 8mila comuni italiani, adeguatamente parametrato alla popolazione residente, che permette sin da subito di orientare il sistema di accoglienza in maniera sostenibile, diffusa ed equa". 

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