SEZIONE: SICUREZZA E LEGALITA'
INTOLLERANZA

Città che odiano le donne

13 Giugno 2016
 

Roma e Milano sono le città che insultano maggiormente via Twitter, in particolare le donne e le categorie più deboli: migranti, omosessuali, ebrei, islamici e diversamente abili. Lo rivela l'edizione 2016 di Vox, l'Osservatorio italiano sui diritti, che per il secondo anno ha analizzato il flusso di tweet riferiti a sei gruppi presi in considerazione, realizzando la Mappa dell'intolleranza 2016. L'iniziativa si avvale della collaborazione delle università di Milano, Bari e La Sapienza di Roma.

 

Analizzati 2.660 tweet, con l'aggiunta della Islamofobia
Mutuata sull'esempio della 'Hate Map' della californiana Humboldt State University, la mappa di Vox racconta di social che diventano un veicolo privilegiato di incitamento all'intolleranza e all'odio verso gruppi minoritari, specie in presenza di episodi di violenza. 2.659.879 tweet, rilevati tra agosto 2015 e febbraio 2016 sono stati analizzati considerando 76 termini sensibili. Tra questi, 112.630 sono stati i tweet negativi geolocalizzati. "L'obiettivo è consentire azioni efficaci di prevenzione sul territorio", spiega Silvia Brena, cofondatrice di Vox, che precisa: "Di fronte ai recenti fatti di cronca, rispetto alla versione precedente, alla mappa dell'intolleranza è stato aggiunto il cluster dell'islamofobia".

Dagli insulti non si salva nemmeno il Papa
Nella capitale sono stati rilevati 20.755 tweet  Di questi i messaggi negativi contro le donne, sempre al vertice della classifica, hanno raggiunto un totale di 5.120, seguono quelli contro i migranti (1.749), gli islamici (1.268) e gli omosessuali (1.324).
Sotto la Madonnina il totale dei tweet intolleranti è stato di 15.636, di cui 5.345 contro le donne, 1.032 a stampo razzista, 967 omofobi. Piovono insulti per tutti: non si salva nemmeno il Papa: quando a gennaio ha dichiarato "ebrei e cristiani, un'unica famiglia" i commenti sono stati pesanti. E un'invasione di tweet omofobi è seguita all'esibizione a Sanremo 2016 di Valerio Scanu che cantava con un microfono "arcobaleno".
 

(VV)
 

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