SEZIONE: CULTURA, TURISMO E TRADIZIONI LOCALI
MECENATISMO

Art Bonus, il primo bilancio è positivo

20 Dicembre 2016
 

Ales, insieme agli studenti del 10° Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni culturali della 24Ore Business School in collaborazione con lo CSAC - Università degli Studi di Parma ed NCTM Studio Legale ha condotto uno studio sull'Art Bonus utilizzando i dati presenti sul sito artbonus.gov.it caricati da giugno 2014 al 30 settembre 2016.
Secondo questa rilevazione il numero dei mecenati è pari a 3.158 suddivisi in quattro categorie (persone fisiche, imprese, fondazioni bancarie ed enti non commerciali), il valore del dono è di 122,7 milioni (ad oggi oltre 133 milioni), il numero di beni richiedenti erogazione sul sito erano 764.

 

Sono soprattutto le imprese a donare cultura
Sul totale erogato, sono state in primis le imprese a donare alla cultura (49% per quasi 60 milioni di euro), seguite da fondazioni bancarie (31%), enti non commerciali (15%) e cittadini privati (5%). Mentre sul totale del numero di erogazione, pari a 3.158, sono le persone fisiche ad essere la maggioranza (66%).
Decisamente sbilanciata la dislocazione geografica degli interventi: il nord fa il pieno d’interventi proposti (52% su 764) e di donazioni ricevute (83,3% sui 122,7 milioni), seguito dal centro rispettivamente 38% e 15,13% e dal sud con il 10% delle richieste e l’1,61% delle donazioni. 

 

Chi sono i principali destinatari
Dei 122,7 milioni di euro donati su 764 oggetti di erogazione 61,6 milioni (50,2%) sono stati destinati a 573 interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici (gruppo A) a fronte di 348,6 milioni euro richiesti, quasi 61 milioni (49,6%) per il sostegno di 181 tra istituti e luoghi della cultura pubblici, fondazioni lirico sinfoniche, teatri di tradizione (gruppo B) a fronte di 1,1 miliardi richiesti e, infine, 139.400 euro (0,1%) per i 10 progetti per la realizzazione, restauro e potenziamento di strutture di enti e istituzioni pubbliche dello spettacolo (gruppo C) a fronte di 4,5 milioni richiesti dai progetti. C’era da aspettarselo che i mecenati più generosi fossero le imprese con quasi 60 milioni di euro donati (28% del numero di erogazioni) seguite dalle fondazioni bancarie (31%) con 37,6 milioni, gli enti non commerciali (15%) con 17,6 milioni e i privati (5%) con 6,6 milioni. Nei 573 interventi di manutenzione, protezione e restauro 230 beni hanno ricevuto le donazioni (40,1%) e 50 raccolte fondi si sono concluse, mentre 180 sonon ancora in corso; destinatari soprattutto i musei (39% in valore, situati per il 95% dei casi al nord), i monumenti (32%) e palazzi e teatri (22%). In primis ad usare l’art bonus (gruppo A) le fondazioni bancarie (49% del valore e Compagnia San Paolo in testa) seguite dalle imprese (44% in valore). Mentre su 181 richieste 104 istituti e luoghi della cultura pubblici, fondazioni lirico sinfoniche, teatri di tradizione hanno ricevuto donazioni (57,5% di quelli richiesti per numero), sette raccolte si sono concluse e 97 sono in corso. Oltre 1,1 miliardi richiesti in questo segmento rientrano nel budget complessivo dichiarato dagli enti non riferito a un target specifico di Art Bonus, per questo così lontano dal raccolto di 61 milioni. A ricevere il dono le maggiori fondazioni liriche. Infine delle dieci richieste presenti nel gruppo C la metà ha ricevuto donazioni e solo una raccolta si è conclusa.

 

Le prospettive future: mecenatismo di competenza e allargamento dei beni coinvolti
Secondo Il Sole 24 Ore, Art Bonus è un istituto ancora giovane, che potrebbe crescere: tra i limiti osservati, ci sono i tetti del 15% del reddito imponibile per le persone fisiche ed enti non commerciali e del 5‰ dei ricavi per il reddito d’impresa. Dall’analisi comparativa con gli istituti simili inglesi, francesi e americani il nostro art bonus risulta circoscritto ai beni pubblici, mentre nei tre paesi il dono è legato a un principio pubblica utilità e fruizione più che alla titolarità del bene. Uno spunto ispirato alla Francia è il mecenatismo di competenza che prevede prestazione di servizi da parte di professionisti e imprese con la detrazione calcolata sulla base della retribuzione sul lavoro fornito.
Una misura che potrebbe anche essere adottata per incrementare l’appeal dell’art bonus sarebbe prevedere che il credito d’imposta, che si ripartisce in tre quote annuali, si possa trasferire agli eredi di chi effettua la donazione. E questo, considerato che la legge non lo esclude, si potrebbe ottenere con un semplice provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, senza una modifica legislativa. 

 

(VV)

 

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