SEZIONE: ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME

Se Davide diventa Golia

31 Agosto 2009
 
Una normativa differenziata e specifica per i piccoli Comuni Da definirsi nell’ambito della nuova Carta delle Autonomie e la promozione delle Unioni di Comuni che integrino un numero significativo di funzioni e servizi. Sono alcune delle richieste che ancora una volta i piccoli Comuni rivolgono al Governo. Dalla nona Conferenza svoltasi a Cernobbio, il Coordinatore Anci Piccoli Comuni e Unioni, Mauro Guerra lancia la sfida: “vogliamo aprire una vertenza politicoistituzionale con Governo, Parlamento, Regioni e con tutte le forze politiche perché sulle priorità ormai improcrastinabili serve un confronto serrato e servono soprattutto risposte serie”. Ma servono anche altre misure, a cominciare dall’integrale restituzione del gettito Ici prima casa: “sul mancato gettito dell’imposta prima casa sono certificati 3 miliardi e 400 milioni di euro, per quest’anno è programmata la restituzione di due miliardi e 600 milioni di euro, mancano 800 milioni che devono tornare nelle casse dei Comuni. Governo e Parlamento - ha aggiunto Guerra - si sono impegnati a garantire l’integrale restituzione del mancato gettito Ici, chiediamo il rispetto dei patti presi con i Comuni”. Tra le richieste avanzate la rimozione del blocco sul personale, e la garanzia di risorse e norme adeguate per il servizio scolastico. “Siamo pronti a partecipare a confronti su ulteriori interventi di razionalizzazione - ha detto Guerra - avendo però presente la qualità del livello del servizio di istruzione. Forti le preoccupazioni anche per il Fondo per le politiche sociali: da 900 milioni di euro del 2007, ai 600 milioni di euro per il 2008. Quest’anno si è scesi a 450 milioni di euro, un taglio di questo genere è inconcepibile”. “Non abbiamo bisogno soltanto di qualche norma diversa dagli altri Comuni - ha aggiunto il responsabile nazionale - non abbiamo bisogno del sostegno occasionale alle gestioni associate di funzioni e servizi, oggi ci serve di più. Vogliamo provare a mettere tutti i Comuni, anche i più piccoli, nelle condizioni di fare di più e meglio. Ecco perché chiediamo che il primo decreto attuativo del federalismo fiscale riguardi la finanza comunale e che contenga norme chiare. Abbiamo bisogno di agire in tempi rapidi, e che si faccia presto anche con l’approvazione della Carta delle Autonomie”. Chiarezza serve anche sui costi della politica: “la proposta dell’Anci - ha detto Guerra - è di istituire un’alta commissione da parte delle più alte cariche statali per verificare lo stato sui costi della politica e sui costi dei diversi livelli istituzionali. Siamo pronti ad accettare queste sfide ma chiediamo serietà e lealtà nei rapporti istituzionali e chiediamo all’Anci di dare più spazio, più rappresentanza, di garantire nelle relazioni con gli alti livelli di governo la voce e la rappresentanza dei piccoli Comuni”.
LORENZO GUERINI: CONTARE DI PIÙ
“Ai cambiamenti che verranno dal federalismo e dal nuovo Codice delle Autonomie i piccoli Comuni devono arrivarci ‘vivi’ e per fare in modo che questo avvenga devono contare di più in seno all’Associazione”. Così Lorenzo Guerini, Presidente di Anci Lombardia. “La linea di fondo della due giorni lombarda - ha proseguito il sindaco di Lodi - sarà quella di essere conosciuti e ascoltati, per poter avere più credito all’esterno”. Il Presidente ha quindi chiesto più riforme per i piccoli Comuni sostenendo che “i tagli sui trasferimenti mettono a rischio gli interventi dei piccoli nel settore del sociale. Siamo pronti alle riforme e presenteremo i temi sui quali intervenire, primo fra tutti la differenziazione della normativa tra i grandi e i piccoli Comuni. Per Guerini serve anche un sostegno vero alle gestioni associate e alle unioni. “Sul testo del federalismo c’è un timido accenno alla premialità per chi si associa, ma andrebbe rafforzato”. Infine, il Presidente di Anci Lombardia ha chiesto più risorse per i piccoli Comuni. “In Lombardia stiamo facendo molto per le piccole realtà, a partire da una normativa di sostegno ai piccoli che è stata cambiata. Ora però la nuova normativa dovrà poter contare su nuove risorse, altrimenti resterà una ambizione bella, ma irraggiungibile. Sui piccoli Comuni poggia la coesione sociale della nostra società e meritano quindi più attenzione”.
UNIONI DEI COMUNI - BENE LA PREMIALITÀ FISCALE COME INCENTIVO AD ASSOCIARSI
Avviare un percorso che porti fiscalità propria delle Unioni dei Comuni. Nel corso del seminario “Le prospettive di Unioni e fusioni nell’attuazione del federalismo fiscale”, tenutosi a Cernobbio, Daniele Formiconi, responsabile Anci per i Piccoli Comuni e l’associazionismo, ha portato all’attenzione dei partecipanti il modello francese, sottolineando come “la forma associativa corrispondente alle nostre Unioni ha già in Francia uno strumento fiscale unificato la Tpu. Si tratta di una tassa professionale unificata che autorizza l’Ente sovracomunale a percepire la fiscalità accessoria consentendo di percepire maggiori fondi di provenienza statale”. Attualmente sono 291 le Unioni dei Comuni presenti sul territorio nazionale, a cui partecipano 1.368 comuni, di cui 1.045 di piccole dimensioni, per una popolazione complessiva di 5.153.159 abitanti. Claudio Tucciarelli, capo dipartimento delle Riforme istituzionali della Presidenza del Consiglio, ha comunicato che “a breve il Governo dovrebbe annunciare la Carta delle autonomie. Per i piccoli sotto i 3000 abitanti si prevede l’obbligo di aggregazione in Unioni per quanto riguarda l’accorpamento delle funzioni fondamentali per i Comuni”. Franco Osculati, docente di Scienza delle Finanze all’Università di Pavia, ha lanciato due proposte riguardanti le Unioni: “l’elezione diretta degli organi delle unioni contestualmente alla elezione del Consiglio comunale e inoltre un’aliquota unica, come accade in Francia, per tutte le Unioni di Comuni”. “Gli amministratori dei Piccoli Comuni stanno già dimostrando un grande protagonismo nell’innovazione istituzionale, promuovendo in varie forme le Unioni di Comuni. Ma, per raggiungere definitivamente l’obiettivo di dare vita a un nuovo ente che consenta l’ottimizzazione dei servizi ai cittadini, non possono bastare i soli incentivi previsti dalla legge sul federalismo fiscale: serve un’opera di patriottismo istituzionale”. Non ha dubbi il professor Franco Pizzetti, membro del Comitato scientifico di Anci che sottolinea: “Il modello a cui si guarda oggi, che sarebbe anche quello più efficiente, è la costituzione di Unioni di Comuni che non si facciano carico solo di specifici problemi e servizi per i cittadini, ma siano polifunzionali. Le Unioni, insomma, per essere efficaci, dovranno essere in grado di rispondere a molte e diverse richieste di servizi. È per questo motivo che non può bastare la legge sul federalismo fiscale. La politica e gli amministratori, piuttosto, devono essere in grado di raccogliere gli umori e le richieste della popolazione, al fine di ottenere fiducia nelle Unioni da parte dei cittadini. Fondamentale sarà poi tradurre questa consapevolezza nella definizione della dimensione ottimale delle Unioni, in modo da poter rispondere a quelle esigenze nel modo più efficace”. “Nella legge delega sul federalismo fiscale - ha concluso Mauro Guerra, coordinatore nazionale dei piccoli Comuni - ci siamo battuti perché ci fosse, ed è stata inserita, una norma che ai Comuni che costituiscono Unioni venga consentita una premialità fiscale e quindi l’incentivo di una maggiore autonomia finanziaria. Noi crediamo che questa sia una risposta seria e uno strumento indispensabile per la diffusione delle Unioni. La nostra battaglia è quella di giungere a breve all’approvazione di un decreto attuativo del federalismo fiscale che riguardi tutta la finanza dei Comuni che ormai non ce la fanno più».
LE CONCLUSIONI DI CHIAMPARINO
“La passione e la determinazione che animano un sindaco di un piccolo Comune sono il simbolo di uno spirito di servizio che deve essere da esempio per tutta la classe politica del Paese”. Così il presidente dell’Anci Sergio Chiamparino. “La globalizzazione – ha evidenziato nelle sue conclusioni - ci interroga su tre problemi: primo l’identità e a questo proposito occorre riacquistare l’orgoglio di appartenenza perché i comuni sono le radici dell’Italia e le radici non si tagliano. Seconda questione è l’efficacia gestionale per la quale è decisiva la differenziazione normativa. Terza problematica è una progettualità che deve riuscire a mettere insieme un progetto urbano complesso e funzionale”. Per quanto riguarda risorse e di patto di stabilità, secondo Chiamparino “urge un sistema finanziario più ‘amico’ dei comuni ed è uno scenario che non c’è da molti anni. Nel 2008 abbiamo avuto un miliardo e ottocento milioni in meno di trasferimenti. Non si può pretendere di sanzionare quei Comuni che hanno i soldi per pagare le imprese che lavorano per loro. Sanzioniamoci tutti allora”. La sintesi del presidente dell’Anci è “nessuna sanzione ai comuni che non riescono a rispettare il patto di stabilità e autonomia fiscale per i Comuni”. L’appello al Governo di Chiamparino è che “il primo dei decreti del Calderoli proponga una tassazione gestita dai comuni, una nuova tassazione che non aumenti la pressione fiscale ma riordini l’attuale sistema delle tasse”.
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