Le Unioni dei Comuni sono una parte importante di uno Stato moderno ed efficiente. E sono 1.317 i comuni italiani che in questi anni si sono associati per dare vita a 289 unioni. L'Anci, chiede pertanto che il nuovo assetto delle autonomie locali privilegi questa forma di associazionismo istituzionale, che ha il duplice vantaggio di garantire, a costo zero, servizi più efficienti e la salvaguardia delle identità territoriali.
Con questo spirito si è svolto al palazzo delle Stelline di Milano il secondo forum delle Unioni dei comuni e dell’Associazionismo “Comuni, insieme, più forti –Migliori servizi al cittadino”.
''Ora che le Regioni sono chiamate a elaborare le nuove normative sulle comunita' montane - ha spiegato Mauro Guerra, sindaco di Tremezzo (Como) e coordinatore nazionale delle unioni dei comuni aprendo i lavori di un convegno a Milano - e' necessario che si elabori un modello uniforme per le cooperazioni intercomunali''. L'associazione nazionale dei comuni sollecita dunque che l'unione tra comuni sia riconosciuta come forma associativa principe, che gli organi di governo prevedano la presenza dei sindaci, che le collaborazioni, seppur su base volontaria, si affermino su forme stabili e in cui siano le stesse amministrazioni a definire gli ambiti di lavoro
comuni.
Per stimolare la nascita di nuove unioni, l'Anci ha discusso sulle necessarie forme di sostegno economico. ''Accanto ai trasferimenti - ha aggiunto Guerra - occorre puntare sulla leva della compartecipazione fiscale calcolata sulla base di un meccanismo premiale''.
''Se si vogliono incentivare le unioni - ha aggiunto Fabio Sturani, sindaco di Ancona e responsabile Anci per la finanza locale - servono risorse aggiuntive da indirizzare ai servizi. Visto che si parla tanto di federalismo fiscale bisognerebbe una buona volta decidere chi fa cosa e a chi spettano le risorse: finora il processo del decentramento non infatti ha portato alla chiusura delle strutture centrali''.
Il lungo dibattito alimentato dall'Anci, confluito in un documento di indirizzo, e' stato a lungo attraversato dalle riflessioni sui costi della politica e sulla necessaria azione
di semplificazione. ''L'unione - ha affermato Secondo Amalfitano, coordinatore della consulta Anci dei piccoli comuni - e' uno strumento agile e flessibile che non ha costo, perche' non crea sovrastrutture e consente l'accorpamento dei servizi facendo salva l'identita' di tutti i territori''.