SEZIONE: WELFARE E POLITICHE GIOVANILI

In aiuto di mamma e bebè

25 Marzo 2008
 
Il reparto di neonatologia del Policlinico-Mangiagalli Regina Elena a Milano e l’ospedale del Ponte Varese saranno da maggio le prime sedi della Banca del latte umano donato. Il piano per le scorte di latte, che è per ora un progetto pilota, è stato finanziato dalla Regione Lombardia, che ha stanziato per il primo anno 850mila euro di fondi, appena approvati. Le due banche del latte garantiranno il servizio di raccolta, selezione e distribuzione del latte e in futuro il progetto potrebbe essere allargato anche in altre aziende ospedaliere della Lombardia. Dunque, i bimbi potranno brindare alla loro nascita con un latte che fornisce tutti gli anticorpi di cui hanno bisogno e rafforza il sistema immunitario. Inoltre, nei casi più delicati o per le nascite dei bambini prematuri, la disponibilità immediata di latte potrebbe risolvere vari problemi in incubatrice. L’attenzione ai nascituri e alle loro mamme non si ferma qui. Sono stati stanziati, infatti, 5 milioni di euro per le madri in difficoltà per servizi innovativi di assistenza sanitaria e psicologica e sostegni materiali ed economici di diverso genere nel periodo della gravidanza e fino a un anno di vita del bambino (18 mesi in totale). I fondi sono destinati ad associazioni di solidarietà familiare, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, associazioni femminili, enti privati ed ecclesiastici, oltre che soggetti gestori di consultori familiari, chiamati a proporre e realizzare, con i finanziamenti della Regione, interventi sperimentali e innovativi di «aiuto alla vita». Le iniziative presentate dovranno avere "integrata", cioè prevedere servizi di assistenza sanitaria e psicologica, ma anche servizi di fornitura di beni materiali (abiti, pannolini, alimenti per l'infanzia), sostegno al reddito, eventuale apertura di crediti verso le farmacie, inserimento in asili nido, accompagnamento alla formazione e alla ricerca di un lavoro, attraverso la formula di vuocher o buoni sociali. Ogni soggetto potrà presentare una domanda per ciascuno dei due ambiti di intervento. Il finanziamento regionale andrà a coprire fino all'80% del costo complessivo, comunque non oltre i 200.000 euro.
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