Sono 37.352 i contagi da Covid-19 avvenuti sul posto di lavoro, con un impressionante 34,2% a segnare il peso di questo impatto sulla Lombardia, seguita al 14,9% dal Piemonte e al 10% dall'Emilia Romagna. In tutte le altre regioni italiane le percentuali scendono sotto la doppia cifra, con Basilicata e Calabria a chiudere la classifica. A evidenziarlo è Inail, nel nuovo report elaborato dalla Consulenza statistico attuariale, che conferma in particolare la maggiore esposizione al rischio del personale sanitario e socio-assistenziale (il 73,2% delle denunce e quasi il 40% dei casi mortali).
Un aumento esponenziale, di mese in mese
Quasi novemila in più rispetto ai 28.381 registrati dalla prima rilevazione del 21 aprile. I casi mortali segnalati all’Istituto nello stesso periodo sono 129, 31 in più rispetto al monitoraggio precedente. Al contrario di quanto osservato sul complesso delle denunce, in cui la quota femminile con il 71,5% dei casi prevale rispetto a quella maschile (28,5%), l’82,2% dei decessi hanno interessato i lavoratori e il 17,8% le lavoratrici.
I tecnici della salute colpiti in senso ampio
La categoria professionale dei “tecnici della salute”, che comprende infermieri e fisioterapisti, con il 43,7% dei casi segnalati all’Istituto (e il 18,6% dei decessi) è quella più colpita dai contagi, seguita dagli operatori socio-sanitari (20,8%), dai medici (12,3%), dagli operatori socio-assistenziali (7,1%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione (4,6%).
Età media dei contagiati: 47 anni
L’età media dei contagiati è di 47 anni per entrambi i sessi, ma sale a 59 anni (58 per le donne e 59 per gli uomini) se si concentra l’attenzione sui soli casi mortali. A ulteriore conferma della maggiore vulnerabilità al virus delle fasce di età più elevate della popolazione, il 43,1% delle denunce e oltre due decessi su tre riguardano i lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni. Più del 20% dei casi mortali, inoltre, ricade nella fascia di età oltre i 64 anni. (VV)