Cultura

Gli archivi di Lodi svelati dalle tesi di laurea degli studenti 2.0

2 Gennaio 2018
 

Quando pensiamo a un archivio storico, la maggior parte pensa a un luogo buio, pieno di vecchie carte, polveroso e colonizzato da ragni, topi e insetti. In realtà un archivio è la custodia della grande epopea di una comunità, il forziere che nasconde segreti e tesori di una nazione.
Rendere comprensibile e "leggibile" questa storia non è però sempre facile, perchè i documenti sono scritti in lingue o dialetti poco conosciuti, oppure perchè è complesso il lavoro di recupero e di controllo delle informazioni contenute nei diversi faldoni.
Conoscono bene queste dinamiche gli studenti che devono affrontare ricerche archivistiche per le loro tesi di laurea e che, proprio grazie a questo impegno, producono elaborati in grado di svelare epidosi nascosti avvenuti in città, oppure aiutano a comprendere meglio alcuni momenti cruciali della storia locale.

Lodi e i suoi due archivi
Partendo da questa constatazione il Comune di Lodi, promuovendo una collaborazione tra l'Archivio storico Comunale e l'Archivio storico Diocesano, ha calendarizzato una serie di incontri intitolata "Tesi 2.0. Il Lodigiano nelle tesi di laurea", che vuole approfondire il passato della comunità locale lodigiana attraverso i lavori di laurea.
L’appuntamento è mensile, a ingresso libero e secondo il calendario allegato, e vede i giovani impegnati a presentare al pubblico il proprio lavoro di ricerca condotto all’interno di archivi e biblioteche. 

Napoleone protagonista del primo incontro
L'iniziativa partirà venerdì 12 gennaio con un incontro dedicato allo scenario storico, politico e culturale della città di Lodi al tempo del Bonaparte, con la presentazione di Davide Galluzzi: "Lodi rivoluzionaria al tempo di Napoleone". 
L'autore illustrerà le condizioni del territorio agli inizi dell’occupazione francese, seguita alla vittoriosa battaglia del Ponte di Lodi che aprì alla Francia del Bonaparte il dominio sulla Lombardia. Un periodo vivace per il Lodigiano, che sperimentò nuove forme di governo e l'insorgere di una cultura laica in chiaro contrasto con l'esperienza della Casa d'Asburgo. Il processo coinvolse ogni settore della vita locale: l’amministrazione, la classe dirigente, la vecchia aristocrazia, il clero, le masse rurali, producendo reazioni che porteranno poi i lodigiani a salutare come liberatori i soldati austro-russi che nel 1799 riconsegnarono la Lombardia all'Austria.
Gli incotri successivi si soffermeranno, tra l'altro, sulla poetessa Ada Negri, la Cattedrale di Lodi Vecchio e le cronache del medioevo.  (LS)

Immagine: Napoleone nella battaglia di Lodi (10 maggio 1796) in un dipinto di Louis Lejeune.

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