Se negli ultimi 8 anni in 581 piccoli Comuni italiani (il 10% del totale) la popolazione è aumentata del 9,7%, significa che l’esodo degli abitanti dai borghi ai centri di maggiori dimensioni non rappresenta un destino ineluttabile.
Questo dato ha incoraggiato i Sindaci dei 5591 piccoli Comuni italiani che si sono ritrovati lo scorso venerdì a San benedetto del Tronto in occasione della loro XVII Conferenza Nazionale promossa dall'Anci, durante la quale è stata presentata la ricerca (disponibile in questa pagina) che ha evidenziato il dato sull'aumento demografico citato facendo tirare un sospiro di sollievo: il rischio di spopolamento delle aree interne del Paese, infatti, si può scongiurare.
La performance positiva registrata dalla ricerca è di per sé un risultato straordinario, che supera di 3 volte il trend negativo degli altri piccoli Comuni. I centri interessati dal fenomeno sono, per la maggior parte, prossimi alle aree urbanizzate del Paese, ma un buon numero (201) si trova nelle aree interne. Interessante è inoltre notare come, nei borghi dove la popolazione aumenta, incrementa anche il reddito imponibile e la presenza di residenti stranieri è più alta.
Di fronte a questi dati non si deve però dimenticare che negli ultimi quarant’anni, in circa duemila piccoli Comuni, la popolazione si è ridotta del 20 per cento, e che ci sono tremila Comuni disabitati e molti centri scarsamente abitati.
Analizzando il quadro di luci e ombre, il Presidente dell'Anci Antonio Decaro ha osservato che "per il controesodo, 'fattore di unità del Paese e propulsore di benessere per tutti’, come ci ha scritto nel suo messaggio il presidente Mattarella, si può lavorare", innanzitutto "partendo da un dato: la dimensione demografica non è un difetto, lo spopolamento, il rischio desertificazione lo sono”.
A San Benedetto del Tronto Anci ha quindi promosso la sua piattaforma per vincere questa sfida, che punta soprattutto sulle ricchezze possedute dai piccoli Comuni: culturali ed enogastronomiche. I centri con meno di 5 mila abitanti rappresentano infatti il 73% dei borghi più belli d’Italia, e il 94% dei 'piccoli' vanta almeno un prodotto dop (marchio di denominazione di origine protetta).
Per poter investire su questi valori sono però necessarie adeguate risorse, pertanto Decaro ha presentato un Ordine del giorno (allegato alla pagina) con alcune richieste al Governo, in merito alla "creazione di un fondo nazionale mirato a finanziare un grande programma di sviluppo dei piccoli Comuni, che, prendendo a modello quanto realizzato con il bando periferie nelle città capoluogo, finanzi progetti per riqualificare i centri storici e recuperare edifici in stato di abbandono, e incentivi l’animazione imprenditoriale e la qualificazione professionale. Non c’è controesodo senza occupazione”. (LS)