Smart cities

Gestione dei dati e comunicazione

18 Ottobre 2017
 

Nei primi incontri di #Platformlab2017, Laboratorio di AnciLab sull’innovazione, è emersa da parte di alcuni partecipanti una ripartizione nella costruzione di una smart city che prevede 4 punti: infrastrutture, servizi e app per il pubblico, gestione dei dati e comunicazione.
Relativamente ai primi due la convergenza di idee è piuttosto chiara. Dal palo per l’illuminazione pubblica ai sensori, all’internet delle cose (IoT), l’hardware da implementare è ben conosciuto. Per quanto riguarda i servizi ai cittadini è obiettivo della politiche locali il loro miglioramento in termini di efficienza ed efficacia.
Diverso il discorso sulla gestione dei dati e sulla comunicazione, che pongono problemi di interoperabilità fra le diverse banche dati e di coinvolgimento sia dei dipendenti che dei cittadini. Con gli strumenti previsti la mole di dati che il Comune si trova a raccogliere è davvero grande.
Questa “elevata quantità di dati prodotti (Big Data) da elettrodomestici, sensori, reti e dispositivi vengono raccolti, elaborati con strumenti informatici e statistici avanzati per ridurre la complessità e trovare modelli e correlazioni sui record disponibili”, come avverte il documento Smart City Project del Comune di Pavia. Il progetto è attivo dal 1° ottobre ed è partito con la fase di raccolta e identificazione dei dati. Una volta raccolti, i dati verranno aggregati, processati prima di passare al data center o al cloud e infine analizzati, gestiti e memorizzati sui tradizionali sistemi di data center e di back-end.
Il documento indica quale forma di trasporto dei dati la tecnologia LoRaWAN (Low Power wide area Network), “una tecnologia di comunicazione wireless sviluppata per creare le reti low-power, wide-area (LPWAN) necessarie per IoT”. Si tratta di una tecnologia che ha una portata superiore ai 15 km, un basso consumo (5-10 anni di vita della batteria), un basso costo (dal sensore di fine nodo fino all'infrastruttura), sicura e che consente il monitoraggio interno / esterno senza GPS.
Sul fronte della comunicazione è interessante il percorso che il documento prevede per la partecipazione civica. È necessario sviluppare iniziative pubbliche che si rivolgano ai cittadini (ma anche al personale dell’Ente locale) in modo più coinvolgente, meno burocratico rispetto al passato. Questo comporta, avverte il documento, un radicale cambiamento nell’attività di governo. Il gioco può rispondere a questo cambiamento. Le amministrazioni “hanno iniziato a trasformare il modo di coinvolgere le comunità, attraverso per esempio la partecipazione a un progetto di miglioramento della comunità, la sollecitazione a esprimere pareri sulla legislazione o a visitare un sito web della città, utilizzando un gioco. In tal modo, hanno incoraggiato i residenti a partecipare ad attività di valore sociale, migliorando contemporaneamente il rapporto tra i cittadini e il governo”.
Il documento propone il caso della città di Salem, nel Massachusetts (Usa). Qui l’amministrazione ha lanciato il gioco What's the Point per incoraggiare la partecipazione nei piani di rivitalizzazione dei quartieri. Il gioco ha sollecitato le idee dei residenti per migliorare i quartieri, ricompensandoli con monete virtuali. Queste monete sono state utilizzate per sviluppare idee e progetti della comunità e sono stati avviate tre iniziative. Con questo strumento i cittadini di Salem, oltre a sentirsi parte in causa nelle scelte, hanno preso coscienza che il loro coinvolgimento può portare benefici dai progetti che la partecipazione ha sviluppato.

(SM)

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