SEZIONE: SICUREZZA E LEGALITA'

Ludopatie e sale gioco: primo seminario di Anci Lombardia dedicato al tema della legalità

7 Marzo 2013
TEMI: Sicurezza
 
Si è tenuto questa mattina a Milano il primo appuntamento del ciclo di seminari sulla legalità promosso da Anci Lombardia in collaborazione con ReteComuni e Avviso Pubblico. Presenti all'Acquario civico di Milano oltre 100 amministratori e funzionari comunali. I lavori, dedicati al tema delle ludopatie, sono stati aperti da Giulio Gallera, vicepresidente di Anci Lombardia, per il quale l'impegno delle amministrazioni locali nel contrasto al dilagare delle sindromi da gioco d'azzardo vuole evitare che "molte persone, a prescindere dalla loro condizione sociale e culturale, siano vittime di una patologia preoccupante, ritrovandosi in una situazione drammatica". Gallera ha ricordato che, "come amministratori, vediamo la crudezza di questo fenomeno e da tempo i comuni si interrogano per mettere in campo risposte in una materia di regolamentazione. L'appuntamento di oggi vuole oggi aiutare a capire quali strumenti possiamo mettere in campo". Pier Attilio Superti, segretario generale di Anci Lombardia, ha avviato il confronto tra i relatori ricordando "le due persone morte ieri negli uffici della regione Umbria", che descrivono un "contesto complesso con cui oggi dobbiamo interloquire in una situazione complicata per il Paese, dove non dobbiamo perdere la possibilità che le istituzioni possano parlare con i cittadini e le altre istituzioni. In questo contesto rientra anche il fenomeno del dilagare delle sindromi da gioco d'azzardo, che deve essere affrontato in modo nuovo, dove, accanto alla semplificazione, non vi sia solo deregolamentazione ma anche rispetto delle leggi". Angela Fioroni, segretario di Legautonomie Lombardia ha ricordato il manifesto dei sindaci per la legalità che si impegna particolarmente sul tema delle ludopatie, sul quale "i comuni hanno poca possibilità di intervenire ma abbiamo visto che i sindaci hanno fatto molto per contenere e regolamentare il fenomeno". Sara Fattorini della rivista Lex Giochi ha presentato il lavoro svolto con il Comune di Prato in merito a una "esperienza innovativa di regolamentazione che può fungere da riferimento per altre realtà italiane". Nel luglio 2012 infatti il consiglio comunale di Prato ha approvato all'unanimità il nuovo regolamento per le sale gioco, "frutto di percorso ragionato, condiviso e partecipato, e non nato da spinte emergenziali per dare risposte certe e sicure all'opinione pubblica". La scrittura del regolamento pratese ha visto la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel settore giochi, che hanno accompagnato la redazione del documento. Questo processo ha portato a due vantaggi per il comune: "una disciplina in linea con le novità introdotte dal decreto Balduzzi e un regolamento che non è incappato nel contenzioso, perché non è stato impugnato". Fattorini ha quindi spiegato i contenuti del regolamento: l'individuazione dei principi fondamentali come la tutela giocatori delle categorie deboli, il contenimento del gioco compulsivo, la salvaguardia del centro storico, il contrasto dell'inquinamento acustico e la tutela dell'ordine, oltre all'introduzione dei vincoli per la destinazione uso dei locali. Con il Suap si è poi lavorato per regolamentare l'eventuale attività di somministrazione di bevande e di cibo nelle sale. Nel regolamento sono state inoltre previste anche le sanzioni per il non rispetto delle norme. All'evento era presente anche il vicepresidente di 'Confindustria Sistema Gioco', Italo Marcotti, che ha evidenziato il fatto "che questo sia un tema delicato è evidente dalla vostra alta partecipazione". Marcotti ha sotolineato che con la regolamentazione del 2005 si è legalizzato un settore che oggi vede in funzione circa 250 mila macchine, che offre circa 12mila posti di lavoro e assicura alle casse dell'erario 8,5 miliardi di euro. A latere di questa offerta "c'è poi quella illegale della quale mai si sente parlare". Per Marcotti "aprire sale gioco senza regolamentazione è stata una violenza per i territori ma le norme sono state introdotte dal Parlamento e dai soldi incassati dallo Stato sono arrivati anche risorse per, ad esempio, affrontare emergenze come il territorio dell'Aquila". Gianfranco Bonanno, portavoce di Anit, associazione per l'incremento turistico, ha evidenziato che l'associazione "considera il tema da più di 30 anni, lavorando per una legge sul gioco d'azzardo che preveda anche l'apertura di casinò o di strutture simili perché la soluzione è proprio la localizzazione del gioco, che regolarizzi la sua attuale polverizzazione territoriale. Localizzare il gioco significa infatti offrirlo in strutture controllate perché atte a questo". Gli interventi si sono conclusi con la relazione di Piera Gismondi, comandante della Polizia municipale di Corsico. Dopo aver inquadrato la realtà comunale, sulla quale sono presenti molte strutture per il gioco, Gismondi ha rilevato che negli anni la polizia municipale ha attuato "un buon lavoro non repressivo ma di controllo di alcune questioni emerse dal contesto. Sollecitati dagli amministratori comunali e dall'apertura presso il Sert di uno sportello per la cura delle ludopatie, abbiamo lavorato con i carabinieri e con le altre forze dell'ordine. Molto aiuto è arrivato anche dai cittadini che frequentano queste strutture e che ci segnalano eventuali irregolarità". A Corsico è quindi iniziata un'azione di controllo a tappeto, almeno una volta ogni 6 mesi, delle sale e degli esercizi e "abbiamo trovato che il 98% delle sale è in regola". Inoltre, come ha osservato la Comandante, "abbiamo creato delle ztl attorno alle sale in centro, realizzato dei parcheggi per i residenti, etc, per evitare problemi di ordine pubblico. Controlliamo anche tutti gli avventori con gli accertamenti del caso, registrandoli di modo da vedere se sono frequentatori abitudinari o occasionali. Questo controllo ha portato a sempre meno chiamate dai cittadini, risse al di fuori dei locali e avventori".
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