SEZIONE: TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
L'Esperto

Città digitali: tecnologia, partecipazione e governance

18 Ottobre 2016
 

di Stefano Manini – Esperto ReteComuni, ANCI Lombardia

 

Le nostre città sono diventate digitali. Prima erano collegati a internet solo i nostri PC, poi sono arrivati smartphone e tablet, collegati con la rete mobile degli operatori di telefonia e dati, ed ecco che ci troviamo tutti connessi alla rete, personalmente e 24 ore su 24. Ma ora anche le città, gli oggetti sparsi nelle città, diventano intelligenti e possono comunicare tra loro e con i server in rete e quindi anche con i nostri smartphone.
Questo cambia molte cose. Una enorme massa di dati viene raccolta, ogni secondo, ogni minuto, e ci permette di sapere in tempo reale cosa succede nella nostra città e anche dove sta succedendo.

Questo rappresenta una grande sfida per le amministrazioni locali, in ogni campo: dalla mobilità all'ambiente, dalla raccolta dei rifiuti alla analisi del Sentiment dei cittadini sui social network.

 

Serve una nuova visione
Sono in gioco molti aspetti: la tecnologia e le infrastrutture, la riorganizzazione dei servizi, il rapporto con i cittadini. Ognuno di questi aspetti richiede una visione e una governance.
Partiamo dalla nuova frontiera degli oggetti collegati alla rete internet. Ormai tutti abbiamo sentito parlare di Internet delle cose – Internet Of Things – abbreviato in IoT. Girano già in rete molti video che prefigurano la città del futuro con droni che consegnano pacchi, automobili che vanno in giro da sole, informazioni che appaiono un po' ovunque... ma a parte queste 'visioni', molte sono le cose che sono già diventate realtà.

 

Primo obiettivo: il miglioramento dei servizi esistenti
Le Aziende e le nostre Municipalizzate si sono già mosse. Sono in fase di sperimentazione una serie di nuovi sistemi che permettono, ai gestori delle reti, di sapere come ottimizzare i servizi che stanno erogando. Questo rappresenta un primo livello di miglioramento: avere maggiori informazioni, analizzarle automaticamente e quindi intervenire per risparmiare sui costi, concentrandosi sulla domanda in tempo reale, che può essere diversa da quella pianificata. Un esempio può essere la raccolta dei rifiuti; i cassonetti intelligenti ci comunicano quanto sono pieni e possiamo organizzare la raccolta in base alle reali necessità, oppure il palo intelligente che illumina la strada solo se passa qualcuno.
Ma si può andare oltre; i dati raccolti in tempo reale possono essere utilizzati per semplificare il rapporto con il cittadino/utente. Maggiore trasparenza e maggiore tempestività nel comunicare le informazioni riguardanti i servizi sono caratteristiche molto apprezzate dai cittadini; siano informazioni legate al tempo di attesa alla fermata dell'autobus come l'avviso di una interruzione del servizio idrico ecc.

 

Servizi innovativi
L’aspetto più interessante di questa “rivoluzione” è che possono nascere nuovi servizi, che prima sarebbe stato difficile immaginare. Come organizzare un servizio di Car Scharing senza internet e gli smartphones? L'auto, collegata a internet, comunica la propria posizione in modo continuo, rendendo possibile sapere dove è parcheggiata e quali percorsi compie. Attraverso una App possiamo localizzare quella più vicina, prenotarla e sapere poi quanto abbiamo speso ecc. Quello della scharing economy è un filone molto interessante su cui stanno facendo sperimentazione molte città europee. Milano, tra le altre cose, sta cercando di rendere più flessibile anche l'utilizzo di spazi pubblici che solitamente sono utilizzati solo in determinate fasce orarie, come per esempio le scuole.
Anche il tema della sicurezza, tanto attuale in questi anni, può essere affrontato in modo innovativo. Sensori e telecamere sono ormai presenti a ogni angolo delle nostre città e le informazioni raccolte possono essere utilizzate per facilitare sia le azioni di soccorso che di prevenzione. Importanti esperienze di lavoro congiunto e di interscambio di informazioni sono state condotte in Lombardia in occasione di Expo2015. Anche in questo caso serve definire meglio un quadro di riferimento tecnico e normativo per facilitare l'interscambio di dati tra i diversi attori e garantire al contempo la tutela della privacy e la sicurezza delle comunicazioni.


Reti e infrastrutture per l' IoT
Occorre subito chiarire che gli oggetti collegati in rete hanno bisogno di una nuova infrastruttura di comunicazione con specifiche caratteristiche. Vediamo perchè:
1. gli oggetti possono essere milioni ma comunicano, per fortuna, solo quello che vogliamo noi; solitamente pochi dati, molto frequentemente;
2. può essere necessario installarli in luoghi dove non arriva la corrente elettrica, quindi vengono dotati di batterie che ad un certo punto si scaricano e devono essere sostituite o ricaricate. Diventa fondamentale che consumino pochissimo sia per rilevare i dati che per comunicarli.
Sono state quindi progettate reti wireless dedicate, denominate Low Power Wide Area, che sono ormai in fase avanzata di installazione nelle nostre città. Si tratta di reti di tipo radiomobile che hanno però consumi molto più bassi rispetto alle reti per i cellulari.
La rete proprietaria SIGFox è già installata in 40 città italiane ed è previsto il completamento della copertura del territorio italiano entro il 2017. Anche il Protocollo LoRaWAN (Long Range Wide-Area Network) si sta diffondendo ed è già disponibile una rete di concentratori in diverse città italiane. A2A SmartCity sta installando a Milano, Bergamo e Brescia una rete multiprotocollo partendo dalla necessità di collegare in rete i propri contatori del Gas e della Luce ma già pronta per l'IoT diffuso.
In concreto per ora ci sono pochi servizi attivi di questo tipo ma le aspettative sono grandi e l'impatto concreto nella vita di tutti i giorni non tarderà a farsi sentire. Si tratta ora di capire quanto i nostri Comuni giocheranno una parte attiva in questa trasformazione delle nostre città e come verranno coinvolti i cittadini e le aziende del territorio.

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