La tecnologia al servizio dei beni culturali passa anche attraverso il mondo dei videogame. L’esempio più eclatante è Father and Son, videogioco del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Sviluppato in 2D, con grafiche dipinte a mano, il gioco racconta il viaggio di un figlio alla scoperta del padre archeologo e della sua attività, legata in buona parte ai tesori del Museo. Percorrendo le strade di Napoli, tuttavia, il protagonista Michael scopre anche i tesori della città e attraversa diverse epoche storiche dall’antica Roma, all’Egitto, passando per l’età borbonica fino alla Napoli di oggi. Per esempio, si verrà catapultati nel 79 d.C. a Pompei nelle ventiquattro ore che precedettero la devastante eruzione del Vesuvio, per poi ritornare nel presente presso le rovine della città romana, dove Michael, nella veste di turista, scatta una foto proprio sul luogo delle ultime ore di vita di una famiglia incontrata in precedenza.
Come illustra il sito del Museo i contenuti del videogioco sono stati ideati di concerto con il direttore del Museo Paolo Giulierini e con il prof. Ludovico Solima (Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”), che ha contribuito alla redazione del “Piano Strategico 2016-2019” del Museo, nel quale era stata già indicata l’esigenza di arrivare a nuovi pubblici attraverso la tecnologia e la rete, in una prospettiva di audience engagement, cioè di coinvolgimento attivo del visitatore.
Il gioco ha un sito ufficiale, una pagina Facebook e un profilo Twitter, ed è stato sviluppato sia per Apple che per Android.
(SM)