SEZIONE: SICUREZZA E LEGALITA' - FINANZA E TRIBUTI
LEGALITA'

Accertamento fiscale, ai Comuni 11,4 milioni di euro

18 Settembre 2019
 

Le somme spettanti quest'anno ai Comuni per la loro partecipazione all'attività di accertamento fiscale e contributivo per l'anno 2018 ammontano a 11,4 milioni di euro in diminuzione del 14,1% rispetto all'anno precedente. Dal 2010, anno in cui è stata introdotta la norma della compartecipazione dei Comuni al contrasto all'evasione fiscale, i Comuni hanno recuperato 109 milioni di euro, frutto di oltre 110 mila segnalazioni all'Agenzia delle Entrate. Questi i dati del rapporto del Servizio Politiche Territoriali della Uil: "Se si analizza l'andamento delle somme recuperate si è passati dai 1,1 milioni di euro del primo anno (2010), ai 2,9 milioni di euro del 2011, transitando per i 10,9 milioni di euro del 2012 e ai 17,7 milioni di euro del 2013", ha spiegato alle agenzie di stampa la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese. E i Comuni possono e devono fare ancora molto.


Segnalazioni in costante calo
Il rapporto del Servizio Politiche Territoriali della Uil ha elaborato i dati del provvedimento del Ministero dell'Interno del 7 agosto 2019. L'apice si è toccato nel 2014 con un incasso di 21,2 milioni di euro, per poi rallentare e diminuire costantemente a partire dal 2015. Il rapporto mette in evidenza come negli ultimi quattro anni sia diminuito il totale del premio riconosciuto ai Comuni per la loro compartecipazione al contrasto all'evasione fiscale e contributivi. "I dati che emergono dall'analisi - continua Veronese - sono alquanto deludenti, se si paragonano agli alti tassi di evasione fiscale e di irregolarità lavorativa nel nostro Paese, che secondo gli ultimi dati ammontano ad oltre 108 miliardi di euro. Tra l'altro i condoni o pace fiscale varati negli ultimi anni rischiano di rendere vana, nei prossimi anni, l'azione dei Comuni nel contrasto all'evasione fiscale e contributiva".


L'invito ai Comuni: "Devono e possono fare molto"
"I Comuni devono e possono, invece, fare molto in chiave antievasione non solo perché così si potrebbero recuperare risorse per ampliare i servizi ai cittadini o per abbassare le tasse a livello locale, ma anche perché una lotta serrata all'evasione fiscale e contributiva permetterebbe di ristabilire equità e giustizia sociale. Per questo chiediamo al Governo e al Parlamento di rendere strutturale, o almeno di prorogare, nella prossima legge di Bilancio il provvedimento che attribuisce il 100% del recuperato agli stessi Comuni che compartecipano al contrasto all'evasione". Lo scorso anno sono stati 393 i Comuni (il 5,1% del totale dei Comuni) che hanno partecipato con la loro attività al contrasto all'evasione a fronte dei 433 dell'anno precedente (ad esclusione di quelli ubicati in Trentino Alto Adige che hanno una loro specifica legislazione). Tra i 393 Comuni che hanno attivato lo scorso anno l'attività di contrasto all'evasione fiscale vi sono 63 Città capoluogo di provincia.
"A livello di singoli Comuni il Comune di San Giovanni in Persiceto (BO), lo scorso anno, ha recuperato 1,5 milioni di euro, migliorando la performance dell'anno precedente quando il recuperato ammontava a 635 mila euro. Segue la Città di Torino che lo scorso anno ha incassato 821 mila euro; Genova 760 mila euro; Milano 746 mila euro; Asiago (VI) 650 mila euro; Prato 417 mila euro; Bergamo 310 mila euro; Modena 246 mila euro; Cassina de' Pecchi (MI) 299 mila euro; Rimini 236 mila euro. Mentre se si analizza il dato riferito alle Città metropolitane, oltre alle già citate Torino, Milano e Genova - continua Ivana Veronese - Firenze ha incassato 153 mila euro; Reggio Calabria 146 mila euro; Roma 98 mila euro; Bologna 76 mila euro; Venezia 64 mila euro; Palermo 4.651 euro; Catania 3.163 euro; Messina 1.903 euro; Napoli 403 euro. Bari e Cagliari non hanno recuperato nulla".


L'incidenza regionale più alta in Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Veneto e Lombardia
A livello regionale, l'incidenza percentuale dei Comuni che hanno attivato accertamenti sul totale degli stessi, in Emilia Romagna è del 24,9% (83 Comuni); in Toscana del 12,3% (34 Comuni); in Liguria dell'8,5% (20 Comuni); in Veneto del 6,6% (38 Comuni); in Lombardia del 6,4% (98 Comuni). In valori assoluti, in Emilia Romagna il premio riconosciuto ai Comuni ammonta a 3,4 milioni di euro; in Lombardia a 3,3 milioni di euro; in Veneto a 1,1 milioni di euro; in Piemonte a 961 mila euro; in Toscana 938 mila euro; in Liguria 856 mila euro. In Basilicata e Val d'Aosta non è stato riconosciuto nessun premio, mentre in Molise il premio riconosciuto ai Comuni ammonta a 1.150 euro; in Umbria a 19.080 euro; in Puglia 20.816 euro; in Campania 34.137 euro. A livello provinciale, se si calcola l'incidenza percentuale dei Comuni che hanno attivato accertamenti sul totale degli stessi, in provincia di Ravenna il 55,6% del totale dei Comuni ha ricevuto il premio per la sua azione di contrasto; in provincia di Trieste il 50%; in provincia di Reggio Emilia il 35,7%; in provincia di Modena il 34%; in provincia di Ragusa il 33,3%.



Le "maglie nere": Asti, L'Aquila, Messina
In 24 province nessun Comune ha attivato le procedure di accertamento, mentre nella provincia di Asti solo lo 0,8% del totale dei Comuni ha attivato i procedimenti di accertamento; nella provincia di L'Aquila e di Messina lo 0,9%; nella provincia di Chieti e Lecce l'1%. In valori assoluti, i Comuni ubicati in provincia di Bologna hanno incassato complessivamente 1,7 milioni di euro; in provincia di Milano 1,7 milioni di euro; in provincia di Torino 951 mila euro; in provincia di Bergamo 831 mila euro; in provincia di Genova 815 mila euro. Mentre in provincia di Crotone i Comuni hanno incassato 12 euro; in provincia di Verbania e Lodi 50 euro; in provincia di Biella 100 euro; in provincia di Chieti e de L'Aquila 200 euro. (VV)

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