SEZIONE: ISTITUZIONI, ASSOCIAZIONISMO E RIFORME
da ANCI LOMBARDIA
Sindaci alla camera

I Sindaci lombardi a Montecitorio: emozioni e attese per il futuro

7 Novembre 2016
TEMI: ANCI
 

Emozione, soddisfazione e attesa per gli sviluppi sono le reazioni che l'incontro presso la Camera dei Deputati organizzato dall'Anci ha destato tra i sindaci lombardi che abbiamo chiamato per alcune impressioni a caldo.

Per Giancarlo Valsecchi, sindaco di Erve, "è stato un incontro positivo ed è stata una personale soddisfazione essere stato invitato anche in questa seconda occasione. Credo sia stato importante il messaggio sotteso da molti relatori che si sono riferiti al terremoto in centro Italia, evidenziando il grande lavoro svolto dai Sindaci dei Piccoli Comuni. Senza di loro la situazione delle comunità sarebbe ancor più grave. Questo indica quanto siano importanti le piccole realtà comunali per i territori e per le comunità e quanto possa rivelarsi negativo costringere queste realtà a fondersi. Se la fusione significa ridurre i costi, voglio ricordare che non sono i Piccoli Comuni il costo. Abbiamo pagato e tanto, per esempio con la chiusura degli uffici postali e delle scuole".

“Un’occasione importante di confronto con il Governo e con i colleghi, di cui ho apprezzato in particolare gli interventi su welfare e gestione dell’emergenza migranti”, commenta Roberto Colombo, sindaco di Canegrate. “Senza peccare di falsa modestia, mi sono sembrati particolarmente incisivi e concreti, in questo momento in cui - al di là dell’importanza di avere un confronto a parole - è fondamentale riuscire a tradurre impegni e promesse in iniziative reali”. Colombo si è poi soffermato sul tema delle fusioni tra piccoli comuni: “L’emergenza terremoto ha mostrato quanto sia importante che i piccoli comuni, pur nell’accorpamento, mantengano la loro identità e vengano salvaguardati”.

Sottolinea la concretezza degli interventi, in particolare del sindaco di Bergamo sull’immigrazione e di quello di Mantova sulla cultura, anche la prima cittadina di CaponagoMonica Buzzini: “Oltre all’emozione di trovarsi in un luogo speciale, ho ascoltato con piacere interventi molto concreti, che hanno ben descritto lo scenario in cui, ogni giorno, ci troviamo a lavorare”. Fa riferimento, in particolare, all’intervento di Giorgio Gori sul tema dell’immigrazione: “Ha messo in evidenza un punto fondamentale. E cioè che molti di noi fanno fatica a gestire quella che di fatto è un’emergenza, perché siamo imbrigliati da regole promosse da chi non si trova a contatto con la realtà locale ogni giorno. La mia richiesta è chiara: slegateci le mani!”. Secondo la sindaca Buzzini, “la libertà operativa concessa - giustamente - ai sindaci dei comuni terremotati dovrebbe essere estesa, come regola, a tutti i primi cittadini. “Solo così possiamo pensare di aiutare e tutelare i cittadini, che vedono in noi la prima linea a cui rivolgersi per le loro esigenze e problemi”.

Marco Troiano, sindaco di Brugherio, aveva già partecipato all’incontro con la Camera due anni fa e rinnova quindi il suo apprezzamento per questa iniziativa: “E’ una occasione importante di incontro e di approfondimento. Questa mattina credo che Enzo Bianco abbia trasmesso una fotografia precisa e ben circostanziata del lavoro che ogni giorno deve svolgere un sindaco. Dalla quale emerge con chiarezza che deve essere riconosciuto, anche a livello centrale e più di quanto accade ora, il nostro ruolo”. Ruolo che - pur essendo quello di primo interlocutore per i cittadini - spesso resta imbrigliato da regole e ostacoli fissati da chi è molto distante dalla operatività locale di ogni giorno.

Concorda Laura Cavallotti, sindaco di Tradate: “Dobbiamo poterci sentire liberi, senza avere troppi vincoli, in particolare per quel che riguarda l’uso dei fondi”. Apprezzato, anche da parte sua, in particolare l’intervento di Gori, che è andato a toccare un tema “che ci vede in prima linea e che deve essere regolato, il prima possibile, a livello normativo. Gestire l’emergenza immigrazione impone l’abbandono di pure esperienze di volontariato, in favore di politiche serie di integrazione sociale”. Diversamente, si rischia di dare adito a strumentalizzazioni e soprattutto di generare sentimenti di paura e rifiuto nei cittadini. Sottolinea ancora Cavallotti: “Mi sento di sottolineare anche l’importanza di mantenere viva l’attenzione per i comuni più piccoli. Il dramma del terremoto ha mostrato in tutta la sua evidenza la difficoltà di ricordare l’esistenza anche di piccoli centri, ormai semi abbandonati, che invece meritano pari attenzione e investimenti”.

Per Livio Bossi, primo cittadino di Boffalora d’Adda, "visivamente la massiccia presenza di Sindaci nell’aula della Camera faceva capire quanto siano importanti i Sindaci e quanto sia importante il confronto con le istituzioni centrali. Dai molti interventi, soprattutto dei Sindaci dei territori colpiti dal terremoto, sono arrivate molte istanze sui bisogni degli Enti locali e delle cittadinanze, per quanto riguarda sia le emergenze che la gestione quotidiana. Gli organi istituzionali centrali hanno posto molta attenzione, tuttavia hanno parzialmente risposto alle sollecitazioni dei Sindaci. Un esempio è il tema dell’immigrazione e dell’accoglienza che non può risolversi in un tetto e un pasto, ma deve prevedere un percorso di formazione e lavoro che eviti ai Comuni di ritrovarsi, peraltro con una suddivisione degli immigrati non proporzionata alle possibilità del territorio, persone abbandonate a se stesse. È importante in questo caso l’aiuto concreto delle istituzioni centrali. Nel complesso, si è trattato di un importante momento di confronto che ritengo possa essere utile avere in modo continuativo".

L'attenzione alle istanze dei piccoli Comuni ha colpito Massimo Caravaggio, sindaco di Gombito, che descrive la mattinata come "un’esperienza positiva e interessante anche grazie alla disponibilità della Presidente Boldrini. Toccanti gli interventi dei Sindaci dei Comuni colpiti dal terremoto, ma fra tutti sceglierei quello del Sindaco di Catania Enzo Bianco. Nel suo intervento, succinto e concreto, il Sindaco Bianco ha invocato maggiori poteri per i Comuni al fine di realizzare gli interventi che necessitano e interessano le nostre città e comunità. Non posso che trovarmi d’accordo, considerato che siamo sempre più svuotati di potere, tutto è preconfezionato, stabilito altrove e non abbiamo più potere di spesa. Mi spingo a dire che andiamo verso un ruolo simbolico, da parafulmine. I cittadini però vedono noi e siamo noi Sindaci a dover rispondere ai loro bisogni e alle loro istanze".

Le parole del primo cittadino catanese hanno colpito anche Michel Marchi, sindaco di Gerre de' Caprioli e Presidente del Dipartimento piccoli Comuni di Anci Lombardia, per il quale "la questione principale sollevata da Bianco è quella legata all'autonomia e alla responsabilità, che è una richiesta specifica che i piccoli Comuni avanzano da tempo e si richiama alle loro peculiarità. Su questi temi è stato interessante l'intervento di Ermete Realacci, relatore della legge sui piccoli Comuni, che ha evidenziato come il provvedimento non costituisca una soluzione a tutti i nostri problemi, ma rappresenta un atto che può riconoscere ai piccoli Comuni la possibilità di una programmazione più realistica".

Per Concetta Monguzzi, sindaco di Lissone, "sono stati trattati molti argomenti ed è positivo che sia stata data la possibilità di avanzare proposte. Devo dire, tuttavia, che benché l’atteggiamento di ascolto da parte delle istituzioni centrali mi sia parso elevato, un elemento mi ha un po’ amareggiato: nessuna donna sindaco è intervenuta. Per il resto e con riferimento alla situazione del Comune di Lissone, interessanti indicazioni sono venute da coloro che hanno trattato il tema del welfare e dell’immigrazione: sono state sottolineate le criticità, in particolare per il tema dei richiedenti asilo politico, e sono state avanzate al governo interessanti proposte. Da sottolineare, a mio avviso, che gli interventi toccanti dei Sindaci dei Comuni terremotati hanno evidenziato tematiche che, seppur non in presenza di emergenze come il sisma, si ripresentano nella quotidianità. Per esempio la cultura è un elemento importante per il recupero dell’identità dei territori e la costruzione di una coesione sociale, così come il costruire reti di comunità ha rilevanza sia nell’emergenza che nei problemi di ogni giorno".

(Interviste raccolte da Sergio Madonini, Lauro Sangaletti, Valeria Volponi)

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