Rischio sismico

Il tema della salvaguardia dei Beni Culturali all’interno delle politiche di protezione civile e rischio sismico

15 Ottobre 2019
 

di Robert Ribaudo*

Partiamo col dire che la Protezione Civile ha come compito precipuo quello della salvezza della vita umana, ma, come lo stesso Codice di Protezione Civile recita, si richiede, di indagare tutte le misure necessarie alla prevenzione affinché si possano limitare i danni provocati da eventi naturali e mettere in campo tutte le misure post-emergenziali per la più breve ripresa dopo l’evento, con la messa in sicurezza di beni, attività e del costruito. Questo preambolo è necessario per spiegare che alcune attività, in cui la pianificazione di Protezione Civile è impegnata da anni, non relegano la materia della salvaguardia dei Beni Culturali (BB.CC), al solo MiBACT che si occupa di tutto ciò che è tutelato, cioè espressione di un vincolo diretto o indiretto, ma in qualche modo, indirettamente se ne fa carico, poiché il tema risulta integrato alla ricerca della vulnerabilità dei territori antropizzati e al loro costruito, e alla pianificazione delle aree di emergenza prossime ai luoghi della cultura.
Per questo motivo, la U.O Protezione Civile, da un parte, sta siglando un accordo col Segretario Regionale del MiBACT e col Polo Museale della Lombardia affinché le politiche della pianificazione di protezione civile e della tutela del nostro patrimonio si integrino così come sta già avvenendo tra la pianificazione urbanistica e quella di Protezione Civile, in una visione olistica della cura e conservazione dei nostri territori; dall’altra ha attivato un assegno di ricerca col Politecnico per la creazione di un metodo per lo studio della vulnerabilità dei centri storici e nei nuclei di antica formazione.

In cosa consiste l’accordo col MiBACT?
Nell’ambito dell’aggiornamento del Piano Soccorso Rischio Sismico, ma anche nell’ambito della ricerca del rischio in senso lato (scenari di rischio idrogeologici e idraulici) si stanno approfondendo due grandi aree di intervento: la prevenzione attraverso alcune buone pratiche da adottare su alcuni luoghi del Polo Museale lombardo e la fase emergenziale sui BB.CC mediante un protocollo d’intervento.
Il protocollo dovrà contenere modalità di collaborazione mediante:
- l’attivazione della Funzione 15- salvaguardia dei Beni Culturali, che comprende una task force congiunta Regione Lombardia (Direzione Generali Cultura)-MiBACT, presente presso la Sala Operativa regionale, con la messa a sistema dei data base della Cultura con le piattaforme informative riguardanti le conoscenze e tutti i vincoli sul territorio.
- la ricerca e la mappatura di depositi sul territorio lombardo, pronti ad ospitare beni mobili, anche in attesa di restauro, in caso di calamità. Regione, mediante l’aggiornamento del Piano Soccorso Rischio Sismico è  già impegnata ad individuare adeguate aree di discarica per il ricovero degli inerti classificati A, B, C.
- l’interazione tra i piani di emergenza interna relativi ai luoghi della cultura o ai siti museali e i piani di protezione civile comunali, al fine di rendere operative tutte le attività necessarie alla salvaguardia delle persone in caso di emergenza.
- la formazione congiunta, così come prevista dal protocollo firmato dal Dipartimento di Protezione Civile e dagli Uffici centrali del MiBACT, da erogarsi a funzionari scelti interni alla PA competenti in materia e a volontari preposti per lo sgombro e ricovero di materiali in caso di calamità.
- la possibilità di formare squadre congiunte Protezione Civile/ Sovrintendenza locale ai fini della prevenzione e per preparare, con corsi specifici, agibilitatori-strutturisti, anche sul tema beni culturali, da affiancare ai funzionari delle Soprintendenze locali, nelle aree di crisi, per la valutazione dei danni
Il protocollo sarà il punto di partenza per una efficace e proficua collaborazione, nelle modalità che abbiamo fin qui rappresentate, per la redazione di Piani atti ad affrontare i rischi sul nostro territorio e per delineare scenari di rischio più prossimi alla realtà.

In cosa consiste l’assegno di ricerca col Politecnico di Milano?
Il rischio in Italia è calcolato attraverso una formula, come un prodotto frutto della Pericolosità x l’Esposizione x la Vulnerabilità. Ora conoscendo molto sui primi due prodotti, e poco sull’ultimo, cioè su quali sono le condizioni del costruito sul nostro territorio, specie quello antico, vincolato e non, si è ritenuto investigare la possibilità di realizzare delle analisi speditive sulla parte strutturale degli aggregati dei nuclei storici. Per la prima volta Regione Lombardia, per affrontare questi studi, si è dotato di un catasto aggregati e ha cominciato a chiedersi come impattino su questi, alcuni BB.CC architettonici: oltre ad essere una risorsa spesso si trasformano, come hanno insegnato gli ultimi sismi, in un rischio indotto per chi vi abita intorno (così è stato per torri, campanili, chiese con cupole con consistenti quote in alzato). Inoltre, forti anche delle nuove norma tecniche di costruzione del 2018 e di una serie di interventi di millantato miglioramento strutturale ci si è domandato come questi interventi abbiano influenzato la staticità sull’intero sistema dell’aggregato, insieme alle sopraelevazioni o alle aperture di nuove finestrature o luci ai piani terra (solo per citare alcuni punti di debolezza). 
Trovare un metodo speditivo per imparare a fare diagnosi per capire come sta il nostro patrimonio costruttivo (un po’ come ci hanno insegnato a fare con le schede AEDES per gli edifici civili) sarebbe un grande passo avanti per la scoperta di questa nuova linea di indagine che è la vulnerabilità.

Infine, questi accordi che dovrebbero aiutare ad avere una conoscenza più profonda dei rischi incombenti sul territorio, sono strumenti rilevanti per fare passi avanti anche su alcuni altri temi che a prima vista sembrano slegati, quali le CLE (Condizioni Limite di Emergenza) e la microzonazione sismica, ma che invece aiutano a completare il mosaico delle conoscenze e del bagaglio di un bravo agibilitatore. 

(*Unità Organizzativa Protezione Civile  – Regione Lombardia, Direzione Generale Territorio e Protezione civile)

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