SEZIONE: TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
L'Esperto

Emergenza (e) digitale

24 Marzo 2020
 

 

di Maurizio Piazza (esperto ICT ReteComuni)

 

 

L’emergenza coronavirus ha fatto diventare necessità impellenti “cose” che nei tempi di normale attività non sempre sono state in cima alla lista delle cose da fare. E anche quando lo erano, non sono state realizzate o magari lo sono state ma solo parzialmente, timidamente.

Oggi è importante non perdere l’occasione di “imparare dall’emergenza”.


Emergenza e continuità

Partiamo dal fatto che, in questo periodo di emergenza - caratterizzato dalla necessità di ridurre gli spostamenti e i contatti fisici - la maggior parte dei Comuni si è trovata di fronte almeno a due esigenze “informatiche”:

 

  1. utilizzare sistemi di videoconferenza, per rendere possibili riunioni, attività collegiali e momenti di lavoro di condiviso;

  2. utilizzare sistemi ICT per lo smart working (lavoro agile, telelavoro, lavoro remoto, …), ove tecnicamente possibile, per tutte le attività che non richiedono necessariamente o espressamente una presenza fisica.


     

Queste due esigenze si inquadrano in almeno tre necessità fondamentali:

 

  1. gestire l’emergenza in maniera coordinata e collaborativa - e le comunicazioni sono strumento essenziale - potendo contare sulla disponibilità di dati e informazioni, qui è rilevante la disponibilità e della circolarità dei dati in formato “digitale”;

  2. garantire la capacità di governo, a tutti i livelli e secondo le competenze e responsabilità di ciascuno;

  3. gestire la continuità amministrativa, almeno quella essenziale, garantendo per quanto possibile l’operatività degli uffici e l’accesso ai servizi secondo le modalità previste dalle norme per la gestione dell’emergenza, anche attraverso gli strumenti e i sistemi ICT.
     

 

I provvedimenti governativi, ministeriali e regionali si susseguono con frequenza, anche ravvicinata, dettata dall’emergenza sanitaria COVID-19, sarà quindi necessario tener conto degli aggiornamenti e delle indicazioni applicative ed operative in esso contenute, in relazione agli argomenti qui trattati. 

Le indicazioni generali e di contesto rimarranno sicuramente valide, ma potrà essere necessario parametrarle e contestualizzarle all’evoluzione normativa e regolamentare. 

Per tenersi aggiornati 

Coronavirus, la normativa: pagine ufficiale del Governo Italiano, Presidenza del Consiglio dei Ministri 

Coronavirus – Ultimi provvedimenti: pagina ufficiale di Regione Lombardia.

 

Garantire il funzionamento delle istituzioni e la capacità di governo… in videoconferenza!
 

Gli strumenti e i sistemi di videoconferenza in questo momento sono indispensabili per consentire le attività di coordinamento legate alla gestione dell’emergenza. In questi giorni sono largamente utilizzate nelle consultazioni per definire strategie, interventi e azioni, per prendere decisioni condivise e collegiali, ove serva.
 


Nel recente Decreto-Legge 17 marzo 2020, n. 18, sono contenute norme che toccano questo argomento, in particolare nell’Articolo 73 “Semplificazioni in materia di organi collegiali”. 

Al comma 1 si prevede che “Al fine di contrastare e contenere la diffusione del virus COVID-19 e fino alla data di cessazione dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020, i consigli dei comuni, delle province e delle città metropolitane e le giunte comunali, che non abbiano regolamentato modalità di svolgimento delle sedute in videoconferenza, possono riunirsi secondo tali modalità …” 

E, nel successivo comma 2, che “Per lo stesso tempo previsto dal comma 1, i presidenti degli organi collegiali degli enti pubblici nazionali, anche articolati su base territoriale, nonché degli enti e degli organismi del sistema camerale, possono disporre lo svolgimento delle sedute dei predetti organi in videoconferenza …”


In attesa di ulteriori precisazioni tecniche, normative e regolamentari, si può pragmaticamente dire che sul mercato ci sono diverse soluzioni in grado di assolvere alle funzioni richieste dalla normativa e con standard di sicurezza adeguati.
 

Ciascuna amministrazione potrà soluzioni attualmente non in suo possesso oppure semplicemente ricorrere a soluzioni già disponibili nei pacchetti di office automation o nelle suite di comunicazione e posta elettronica già in uso che possono risultare utili, almeno in questa fase, e soddisfare le esigenze di base dell’Ente. In ogni caso la scelta dovrà soddisfare criteri di coerenza con le proprie necessità in termini di dimensione e operatività.
 

Da ponderare, in relazione alla tipologia di applicazione per cui si intende utilizzare lo strumento di videoconferenza, le capacità e le funzionalità atte a garantire anche attraverso gli strumenti digitali l’esercizio dei diritti politici, di trasparenza e partecipazione democratica (es.: seduta del Consiglio comunale in streaming) oltre che gli irrinunciabili livelli di sicurezza e riservatezza (es.: seduta di Giunta).
 

A tale scopo si riportano alcune caratteristiche da considerare nella scelta dello strumento:

 

  • numero di possibili partecipanti;

  • numero di possibili spettatori (in streaming);

  • possibilità di registrare la sessione;

  • possibilità di fare più videoconferenze in contemporanea (soprattutto per i Comuni più grandi);

  • eventuali restrizioni o limitazioni (es.: durata delle sessioni, capacità di registrazione, ecc.).

Inoltre sono da valutare, per garantire l’efficacia del servizio e la facilità di partecipazione e d’uso dei sistemi:

  • interfaccia in lingua italiana;

  • performance del sistema (in termini di stabilità e qualità della connessione);

  • compatibilità con i dispositivi di mercato, anche mobili (computer, smartphone, tablet, ecc.) e con differenti sistemi operativi (Windows, IoS, Linux, Android, ecc..);

  • possibilità di collegarsi anche tramite chiamata telefonica (particolarmente utile nelle situazioni in cui la connessione dati non è ottimale).


     

Va sottolineato che gli strumenti tecnologici da soli non bastano. Sarà necessario un adeguamento delle procedure fin qui adottate per le sessioni in presenza al nuovo contesto telematico per lo svolgimento delle sedute di Giunta o di Consiglio.

 

In questi casi è abilitante l’aver digitalizzato i processi di formazione ed emanazione degli atti amministrativi con strumenti informatici e telematici.


 

Il lavoro agile

In questi giorni si parla molto di smart working, il lavoro agile. Il lavoro svolto dal dipendente senza doversi per forza recare in ufficio con l’ausilio di strumenti informatici e telematici.

 

Nel Decreto-Legge 17 marzo 2020, n. 18, sono contenute norme che toccano questo argomento. 

Con l’Articolo 87 “Misure straordinarie in materia di lavoro agile e di esenzione dal servizio e di procedure concorsuali” al comma 1 viene definito che “Fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019 … il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni …” al fine di limitare la presenza del personale negli uffici per assicurare le attività che sono ritenute indifferibili e “che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro, anche in ragione della gestione dell’emergenza” come definito nella lettera a) del medesimo comma. 

E, al comma 2, per consentire di sopperire a carenze nella dotazione informatica delle amministrazioni e consentirne una rapida attuazione, si stabilisce che “La prestazione lavorativa in lavoro agile può essere svolta anche attraverso strumenti informatici nella disponibilità del dipendente qualora non siano forniti dall’amministrazione …”.


Per realizzare quanto richiesto ci sono molte soluzioni disponibili e la loro adozione dipende da molti fattori sia informatici e tecnologici, sia di competenze e di risorse disponibili. Dipende anche da fattori locali, della propria organizzazione e dotazione informatica (come sono strutturate ed erogate le applicazioni da utilizzare e come è realizzato il proprio data center, com’è l’infrastruttura di rete o la connettività, ecc.).

 

Prima soluzione: il proprio PC sulla scrivania utilizzabile da remoto

L’esperienza raccolta in questi giorni ci mostra che la maggior parte dei Comuni ha adottato soluzioni che richiedono l’accesso dall’esterno al proprio computer in ufficio. Un accesso che deve essere sicuro e controllato. Diverse le soluzioni per realizzarlo, ma tutte hanno in comune il fatto che i computer, le postazioni di lavoro, devono essere “accese” per poter prendere possesso da remoto del proprio posto di lavoro in ufficio, della propria scrivania diventata “virtuale”.
 

Altre soluzioni disponibili

Altre realtà, diversamente organizzate e che avevano invece precedentemente “virtualizzato” le postazioni di lavoro anche in ufficio, hanno potuto passare più facilmente e velocemente al lavoro remoto. Le necessità di accesso esterno sono simili a quanto descritto in presenza, ma non è necessario tenere accese le postazioni di lavoro in ufficio, con tutto ciò che comporta in termini di gestione operativa e di consumo energetico.

Ancora più rispondente alle esigenze è la soluzione cloud. Quegli Enti che già avevano migrato i propri sistemi applicativi in cloud si sono trovate già pronte ad utilizzare le stesse da remoto.

 


Da “Guida pratica al lavoro agile” sul sito del Ministero per la Pubblica Amministrazione. 

Raggiungibilità delle applicazioni dell’ente da remoto 

Se le applicazioni dell’ente sono raggiungibili da remoto, ovvero sono in cloud, il dipendente può accedere tranquillamente da casa ai propri principali strumenti di lavoro. Alternativamente si può ricorrere all’attivazione di una VPN (Virtual Private Network, una rete privata virtuale che garantisce privacy, anonimato e sicurezza attraverso un canale di comunicazione riservato) verso l’ente, oppure ad accessi in desktop remoto ai server. 

Sono anche disponibili “soluzioni ponte”, che permettono dal proprio pc personale di collegarsi alla propria postazione presso l’ente e quindi rendere l’esperienza come se si fosse in ufficio (attenzione, purché il pc sia tenuto acceso sempre in ufficio). 



Non solo tecnologia
 

Detto così sembra una questione di soluzione tecnologica adottata dai diversi Enti. In realtà la questione è un po’ più complessa e prende in considerazione l’intero livello di organizzazione informatica dell’Ente.
 

Per esempio, la copertura delle funzioni amministrative e gestionali supportate da soluzioni applicative, l’informatizzazione dei procedimenti amministrativi e lo sviluppo di servizi digitali (a cominciare dalla presentazione telematica delle istanze per passare dalla partecipazione al procedimento, fino al tema dei pagamenti elettronici, leggi pagoPA).


Fra le competenze attribuite all’Ufficio per la Transizione Digitale ed al suo Responsabile, si richiama fra le altre “analisi periodica della coerenza tra l'organizzazione dell'amministrazione e l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione …” e questo, superata l’emergenza, dovrà essere oggetto di attenta riflessione e di un cambio di strategia e di priorità, per molte amministrazioni.

 


Altre risorse utili per il lavoro agile 

Sul sito del Ministero della Funzione Pubblica c’è una pagina dedicata a Coronavirus: le Società ICT in house a supporto del lavoro agile

Sulla pagina si legge “Il DPCM 11 marzo 2020 raccomanda che sia attuato il massimo utilizzo di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza. In un momento in cui si ribadisce la necessità di limitare gli spostamenti e prevedere forme più o meno prolungate di isolamento domiciliare, il Dipartimento della funzione pubblica, in collaborazione con Assinter Italia sta individuando quelle società ICT in house in grado di offrire agli enti pubblici del territorio servizi di smart working utili a superare questa fase di emergenza”. 

Nella stessa pagina è segnalato il link per accedere all'elenco delle Società ICT in house che offrono agli enti pubblici servizi di smart working. 

Articoli e materiale di supporto 

Di seguito alcuni link di interesse per gli argomenti trattati. 

Telelavoro e smartworking: una guida pratica un articolo di Andrea Tironi sul sito Comuni Digitali 

Il lavoro agile negli enti locali sul sito Formez EventiPA la registrazione del webinar tenuto il 13 e il 17 marzo 2020

 


In allegato il testo completo degli articoli citati: Artt 73 e 87 - DL 17 marzo 2020.

 

 

 

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