“Il mio vero nome è Giovanni Luigi Brera. Sono nato l'8 settembre 1919 a San Zenone Po, in provincia di Pavia, e cresciuto brado o quasi fra boschi, rive e mollenti (…) Io sono padano di riva e di golena, di boschi e di sabbioni. E mi sono scoperto figlio legittimo del Po”.
Così si raccontava Gianni Brera, giornalista e scrittore, di cui ricorre il centenario della nascita.
I suoi mondi furono lo sport e la provincia pavese, dove ambientò i suoi romanzi, su tutti Il corpo della ragassa da cui fu tratto l’omonimo film diretto da Pasquale Festa Campanile.
Fu però lo sport, soprattutto il calcio, che fecero di Gianni Brera il più grande giornalista sportivo. Famosi i suoi neologismi, da goleador, ispanismo che richiama il "toreador" della corrida, a Eupalla, dea, di sua invenzione, protettrice del calcio e del bel gioco. E altrettanto famosi i soprannomi, da Abatino per Gianni Rivera, a Puliciclone per Paolo Pulici, da Prestipedatore per Maradona a Rombo di tuono per Gigi Riva. Anche altri sportivi entrarono nel novero dei “soprannominati”, come Felice Gimondi, recentemente scomparso, che Brera chiamava Nuvola Rossa.
Brera morì il 19 dicembre 1992 in un incidente automobilistico sulla strada che collega Codogno a Casalpusterlengo.
Grande padronanza della lingua italiana e grande inventiva caratterizzano la sua prosa giornalistica. Inarrivabile.
(SM)