Effetto fusione sempre più marcato per i comuni italiani: dal 2010, secondo i dati appena rilasciati dal Viminale, ne sono "scomparsi" 336, circa il 4% del totale. Incentivati dal testo unico degli enti locali per garantire risparmi di spesa e dalla possibilità di una più efficiente gestione dei servizi, gli enti locali hanno portato a termine 85 fusioni (in questo caso dando vita a un nuovo municipio con una diversa denominazione) e 8 incorporazioni, con il coinvolgimento di 429 amministrazioni.
Trentino Alto Adige e Lombardia in testa alla classifica
Il 2016 è stato l’anno record, con l’avvio di 29 aggregazioni (tra fusioni e incorporazioni). Ha superato di poco il 2014, in cui se ne erano registrate 24 e ha rivelato una decisa inversione di tendenza rispetto al 2015, in cui erano state solo 7. Sono state invece 14 nel 2017. La Regione con il maggior numero di fusioni è il Trentino Alto Adige, che ne ha portate a temine 23, oltre a una incorporazione, seguita da Lombardia (17 fusioni e 4 incorporazioni) e Toscana (13 fusioni). Ferme a uno, Liguria, Campania e Calabria, mentre sono ancora a zero Valle d'Aosta, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Dal 2011 ad oggi, in Lombardia sono state approvate 21 fusioni di comuni e sono già tutte operative. In totale, dopo tali operazioni di fusione, risultano 47 i comuni soppressi ed il numero dei comuni della regione è diminuito di trenta unità, passando da 1546 a 1516 comuni. (VV)
(nella foto, Lanzo D'intelvi, che ha costituito nel 2017 insieme a Pellio Intelvi e Ramponio Verna il comune di Alta Valle Intelvi)