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Anziana e strapagata: la PA italiana secondo l'OCSE

14 Luglio 2017
 

Secondo l'ultimo rapporto "Uno sguardo sulla pubblica amministrazione 2017" di Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economicola Pubblica amministrazione italiana è la più vecchia tra i Paesi che fanno parte dell’organizzazione. Quasi la metà degli statali supera i 55 anni di età: un trend che dal 2010 ha registrato un incremento dal 31% al 45%. Nell’intera area Ocse si registra in media il 24% di lavoratori sopra i 55 anni e il 18% al di sotto i 34 anni.

Compensi fuori misura
Non è tutto: il compenso medio dei dirigenti italiani della pubblica amministrazione nel 2015 è stato di 395.400 dollari (circa 347.000 euro), il più alto dopo l’Australia nell’area Ocse, che registra in media 231.500 dollari (circa 203.000 euro). Alti anche i compensi per i ruoli di segreteria: 55.600 dollari all’anno contro i 52.700 della media nei paesi appartenenti all’organizzazione. Più contenuti sono invece gli stipendi degli impiegati pubblici con competenze specifiche, che percepiscono in media 67.900 dollari all’anno, una cifra più bassa rispetto agli 88.700 dollari nella zona Ocse.

Ancora differenze di genere
L'occupazione femminile nel pubblico impiego dei paesi appartenenti all'area Ocse è al 58%, mentre nel privato è al 45%. "Alcuni settori chiave del pubblico, come gli insegnati e gli infermieri, sono pesantemente dominati dalle donne" spiega il documento, aggiungendo che questi dati "rispecchiano condizioni di lavoro più flessibili nel settore pubblico rispetto al privato". Nel 2015, la presenza di impiegate registrate nelle pubbliche amministrazioni degli stati Ocse è stata del 53%. L'Italia, insieme alla Danimarca, la Grecia, il Belgio e la Spagna, ha mantenuto un equilibrio di genere, con una presenza femminile tra il 51 e il 52%. Scarse, invece, le quote rosa nel mondo della politica. Nel 2017 solamente il 28% dei ruoli ministeriali e governativi dell'area Ocse è ricoperto da donne, l'1,3% in meno rispetto al 2015. Insieme alla Finlandia e l'Estonia, Roma ha subito un calo del 15% tra il 2015 e il 2017. (VV)

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