SEZIONE: WELFARE E POLITICHE GIOVANILI
IMMIGRAZIONE

Cremona: Carta della Buona Accoglienza dei Migranti

22 Giugno 2016
 

Si chiama “Carta della buona accoglienza delle persone migranti” ed è una sorta di ideale conclusione del percorso che il Comune di Cremona porta avanti da tempo, soprattutto su iniziativa dell'assessore Rosita Viola, che da sempre si batte per dare ai migranti pari dignità e possibilità. "Piccoli numeri, grande integrazione" è il concetto alla base dei principi e degli obiettivi enunciati nella Carta: “promuovere una sana ed efficace inclusione sociale è l’obiettivo di tutti gli attori coinvolti, nel rispetto dei reciproci ruoli. I firmatari, in questo contesto, riconoscono la validità di un’opzione strategica il più possibile orientata alla presa in carico di gruppi limitati di migranti, da perseguire con un’adeguata sensibilizzazione del territorio in cui i centri, a vario titolo, insistono”. Strategie Amministrative, nel suo ultimo numero, ha descritto l'approccio propositivo del Comune di Cremona, che ha lavorato con Caritas e cooperative del territorio per allocare tutti i presenti sul territorio ma soprattutto per sensibilizzare i 46 comuni della Provincia sulla necessità che tutti si attivino per individuare strutture pubbliche o private che possano aumentare i posti di accoglienza.

 

Tutti gli attori coinvolti

Lunedi 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il documento è stato presentato nell’ambito di un incontro pubblico molto affollato, che ha visto protagonisti, per il Comune, l’assessore alla Trasparenza e Vivibilità Sociale Rosita Viola, Andrea Tolonimi, direttore di Confcooperative Cremona, Michel Marchi, presidente Dipartimento Piccoli Comuni Anci Lombardia, don Antonio Pezzetti, direttore della Caritas Diocesana, e Carlo Bassignani per la Cooperativa Nazareth. Presenti per la Prefettura di Cremona Fernanda Canfora, responsabile dell’Area Ordine e Sicurezza Pubblica, e Isabella Falchi e poi rappresentanti di enti aderenti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati ), Cisvol CSV-Cremona, Forum Provinciale del Terzo Settore, Tavola della Pace Cremona.

 

Il ruolo di Anci Lombardia
Il percorso che ha condotto alla sottoscrizione della Carta è partito da un forte impulso della Lombardia e in particolare l’Alleanza delle Cooperative (Aci Welfare), con l’immediato supporto di Anci Lombardia, si è resa protagonista di un confronto che i cooperatori lombardi hanno fortemente voluto, per individuare i principi cardine del lavoro di accoglienza per promuovere azioni di impegno territoriale, coesione, legalità.

 

In Lombardia 40 cooperative coinvolte

Sono 40 le cooperative coinvolte in progetti di accoglienza in Lombardia che ospitano il 60% degli immigrati presenti sia nelle strutture temporanee (15.554) sia in posti posti Sprar (1.065).
Anche il territorio cremonese ha adottato il modello dell’accoglienza diffusa e oltre al Comune di Cremona, capofila del progetto Sprar, altri 18 Comuni del Distretto hanno attivato progetti di accoglienza insieme a Caritas, Cooperativa Nazareth e Cooperativa Il Sentiero nell’ambito delle convenzioni con la Prefettura.
“La Carta vuole essere uno strumento per alzare il livello dei servizi offerti dagli attori della cooperazione sociale: alle cooperative non spetta il ruolo di definire quali tra i richiedenti siano migranti economici o rifugiati, ma di garantire a tutti gli stessi servizi ed opportunità” evidenzia l’amministrazione. “Fondamentale il ruolo dei volontari che si sono attivati anche nel nostro territorio per offrire servizi di accompagnamento, alfabetizzazione e socializzazione ma anche per l’instaurarsi di relazioni positive e percorsi di integrazione. Nonostante tutte le azioni messe in campo rimane ancora un punto fondamentale sul quale porre l’attenzione: cosa succede dopo e oltre l’accoglienza. La sfida in atto è superare l’impasse delle attuali politiche che non riescono ad individuare percorsi e risorse specifiche sufficienti per tutti i destinatari”.

 

La vera sfida: individuare nuovi riferimenti in contesti inediti
“La grande difficoltà per i richiedenti è trovare riferimenti nel contesto in cui vivono, instaurare legami e relazioni al di fuori dei gruppi di rifugiati stessi, inserirsi in attività in grado di riempire e dare senso al tempo passato in strutture di accoglienza. In questo senso l’accoglienza diffusa in piccoli Comuni del territorio si rivela uno strumento efficace e prezioso, ma sempre maggiore attenzione dovrebbe essere posta proprio sulla proposta e qualità del tempo “libero” di queste persone. Vi è inoltre una seconda grande criticità, che è quella del “dopo”, di ciò che i migranti si trovano ad affrontare una volta usciti dai percorsi di accoglienza, sia quando il permesso per protezione internazionale/umanitaria viene concesso ma soprattutto quando arriva il diniego” conclude l’amministrazione.

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Disponibili on line i documenti stilati con il Ministero della Salute.

OPPORTUNITA'

Gli operatori avranno la possibilità di seguire per tre giorni i lavori di equipe attive in altri territori.

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