Fassino: ANCI non merita le critiche mosse. Abbiamo fatto tanto e continueremo a batterci per tutti i Comuni

21 Settembre 2015
 
Piero Fassino, nel corso del direttivo regionale di ANCI Lombardia che si è svolto oggi a Palazzo Marino, Milano, interviene per ricordare in modo chiaro quali sono i tanti fronti su cui ANCI si muove, con successo e in modo proattivo: "L'associazione rappresenta gli 8mila comuni italiani. Tutti, grandi e piccoli. E lo fa senza alcuna distinzione politica o di appartenenza: l'attività negoziale di ANCI si svolge in tutte le sedi più importanti - dai Ministeri ai palazzi del Governo - per portare all'attenzione le istanze di chi governa il territorio. E svolge anche un'importante attività istituzionale che esula dall'ambito strettamente politico".
Tornano al mittente, quindi, le critiche che alcuni rappresentanti del mondo politico e delle amministrazioni locali hanno mosso all'associazione che presiede dal 2013.

E Fassino ricorda che la posizione di Anci non può, e non deve, essere messa in discussione. Per quanto, riconosce, "il contesto in cui noi come Associazione e i singoli amministratori locali si muovono, è estremamente complicato. Servono più tutele, visti i tempi di crisi, ma queste sono difficili da erogare per via dei continui tagli alla risorse. Ma sbaglia chi considera l'atteggiamento di ANCI, improntato alla negozialità, un sinonimo di servilismo nei confronti del Governo: "L'operato di chi prende decisioni a Roma viene giudicato con una valutazione di merito e laddove i provvedimenti presi vadano contro gli interessi dei sindaci, siamo sempre intervenuti per far sentire la nostra voce, avere risposte, ottenere provvedimenti".

Fassino ricorda alcuni dei successi ottenuti - la riduzione dell'Imu agricola per i comuni montani, la rinegoziazione dei mutui della cassa depositi e prestiti, la definizione di nuova legge di stabilità - pur nella consapevolezza che c'è ancora molto da fare. Su tanti fronti diversi, in cui una negoziazione davvero incisiva diventa imprescindibile. A cominciare dalla legge di stabilità: "E' ora di chiudere la stagione del taglio delle risorse, che dal 2007 a oggi ha visto una riduzione di 18.5 mld di euro di fondi. Ed è il momento di superare il patto di stabilità, dando finalmente il via allo sblocco degli avanzi di esercizio". Fondamentale uscire dall'impasse sul fronte Città Metropolitana e Aree Vaste: "Seguire il piano di riduzione dei costi fissato in 1 miliardo per il 2015, 2 per il 2016 e 3 per il 2017 è insostenibile. Serve una seria rimodulazione delle politiche finanziarie".

E poi c'è la questione più pressante, quella della fiscalità: "Il Governo annuncia di voler togliere le tasse sulla casa. Ma non spiega come rientrare dei 5 milliardi che, con quel taglio, di fatto vengono sottratti alle casse dei comuni. Aspettiamo di aprire al più presto un tavolo di discussione in cui avere risposte chiare".
(VV)
 

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