CULTURA

L'Art Bonus? Funziona se è stabile e di lungo periodo

30 Novembre 2015
 

E' in massima parte positivo il bilancio a circa un anno dall'entrata in vigore dell'Art Bonus, il credito d'imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, che di fatto costituisce un sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale. A Milano, presso la Galleria di Arte Moderna di Via Palestro, Governo e Comuni si sono riuniti per confrontare esperienze ed evidenziare possibili linee di sviluppo e miglioramento del provvedimento. Partiamo dai dati: dall'introduzione di Art Bonus, le donazioni hanno subito una crescita del 20%: siamo a 34 milioni di euro raccolti e 700 investitori sinora coinvolti, in più di 200 interventi su patrimonio artistico e culturale nazionale. Ma salta immediatamente all'occhio la iniqua distribuzione di questa raccolta: solo quattro gli interventi in Regione Sicilia, oltre 30 in Lombardia. "Questo è il segno più evidente del fatto che manca ancora una cultura del bene artistico e un piano di comunicazione preciso in grado di evidenziare, presso il singolo cittadino, il mecenate o l'investitore privato. Ci vorrà tempo, per veicolare una vera e propria cultura del mecenatismo", osserva Paola Bocci, consigliere comunale di Milano e membro del dipartimento Cultura di ANCI. "Una grossa mano, in questo senso, deve venire da sindaci e amministratori locali, mentre ANCI deve proseguire sulla strada già intrapresa con successo, per spiegare con chiarezza i vantaggi della normativa fiscale, in particolare ai comuni più piccoli".

 

 

Niente patto di stabilità sotto i 10mila abitanti

"E proprio ai Comuni più piccoli, con meno di 10mila abitanti, dovrebbe essere permessa l'esenzione dal patto di stabilità, così da poter più agevolmente disporre di fondi per la conservazione e il recupero dei beni culturali". Lo sostiene Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario di Stato - Ministero per i Beni e le attività Culturali e per il Turismo, che aggiunge: "Perchè funzioni davvero, l'Art Bonus deve caratterizzarsi come un'agevolazione continuativa. Al momento, la legge stabilità lo ha confermato, al 65%, e solo se continueremo a sostenerlo potrà fare da volano alla definizione di una vera e propria cultura della donazione".

Richiesta che vede d'accordo tutti i partecipanti all'incontro milanese è quella di estendere il provvedimento anche al terzo settore, aumentando contemporaneamente i soggetti beneficiari, in un'ideale e virtuosa triangolazione tra soggetti privati, terzo settore e stato che intervengono per la valorizzazione dei beni culturali. Quel che conta è avere ben chiara la situazione in cui versa il nostro patrimonio culturale: "Il Ministero dei Beni Culturali non ha più soldi da dare a sostegno del nostro Paese, un Paese che non ha investito in cultura, che non ha capito che la cultura passava da una strada di sviluppo diffuso, in grado di ricomprendere i piccoli e grandi patrimoni che sono da valorizzare in ogni città. Oggi, con l'Art Bonus, mecenati e imprese possono investire nella valorizzazione di un patrimonio che vedono con i loro occhi, di cui possono seguire i progressi", spiega ancora Ilaria Borletti Buitoni. La vicinanza, dunque, come parola chiave di un intervento pragmatico, perchè basato su un vantaggio fiscale che rende conveniente investire sul patrimonio culturale. "Siamo di fronte a un'alternativa vera, una rivoluzione che renderà il nostro patrimonio artistico visibile, visitabile e amabile".

 

Prospettiva di lungo periodo e apertura a nuovi soggetti

Concorda con l'esigenza di trasformare l'Art Bonus in un provvedimento continuativo anche Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, che spiega: "Sono i soggetti coinvolti a chiedere maggiore stabilità, perchè vorrebbero passare dal ruolo di semplici sponsor a quello di partner, nel tempo. E in questo modo rafforzare il legame tra conservazione del patrimonio e utilità chiara per chi decide di investire, stimolando allo stesso tempo la produzione di attività culturale". Quello che il Comune di Milano intende fare - è la promessa dell'Assessore - è aiutare tutti a promuovere al meglio questa opportunità. E studiarne l'estensione a nuovi soggetti, così da ricomprendere tutto il settore di produzione culturale attivo sui territori.

 

Valeria Volponi

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