SEZIONE: FINANZA E TRIBUTI

Finanza territoriale all’esame della Corte dei Conti

31 Luglio 2014
 
La Sezione delle autonomie della Corte dei conti, nell’adunanza dell’11 luglio 2014 (deliberazione n. 20/SEZAUT/2014/FRG), ha approvato la relazione al Parlamento sui risultati delle analisi dei flussi di cassa degli enti territoriali per gli anni 2011-2012-2013. Il quadro che ne emerge, precisa la Corte, è influenzato dagli interventi che il Governo ha avviato per accelerare i pagamenti dei debiti commerciali delle Amministrazione. Per farlo, come noto, sono state rese disponibili agli enti territoriali risorse che ammontano a 23,7 miliardi di euro nell’anno 2013 e 24,7 miliardi di euro per il 2014. Le misure di alleggerimento dei vincoli del patto di stabilità interno, sottolinea la Corte, sono state interamente utilizzate da Regioni e Province ma non dai Comuni, i quali hanno usufruito degli spazi finanziari in misura inferiore del previsto, lasciando sul piatto circa 3,6 miliardi, pari al 15% delle risorse disponibili.
Sul fronte dei Comuni, la relazione indica una complessiva tenuta delle entrate correnti (+0,64% rispetto al 2012), dove il decremento delle entrate proprie (-7,18%), causato dal mancato gettito dell’IMU sull’abitazione principale, risulta sostanzialmente pareggiato, in valore assoluto, da un incremento dei trasferimenti compensativi, che, in termini percentuali, misura +22,67%. Nell’ambito delle entrate proprie spicca l’incremento (+23,82%) delle tasse da ascrivere principalmente alla Tares; in valore assoluto i Comuni hanno incassato 1,6 miliardi in più rispetto al 2012.
Le entrate in conto capitale fanno registrare un decremento degli incassi da alienazione e trasferimenti di beni immobili (-9,02% rispetto al 2012), mentre riprende l’indebitamento (+57,65%), peraltro per un importo di modesta rilevanza, in valore assoluto, pari a poco più di 1,6 miliardi per l’intero comparto dei Comuni. Molto significativo è l’aumento delle riscossioni da anticipazioni di cassa (+31,93%) determinato dalla necessità di fare fronte al mancato gettito da tassazione immobiliare per le norme intervenute nel corso del 2013.
Passando al capitolo spesa corrente i giudici contabili ne evidenziano una crescita dell’8,2%, che risulta dalla diminuzione della spesa per il personale (-2,98%) e dall’incremento della spesa per l’acquisto di beni (0,33%) e per la prestazione di servizi (12,03%). Quest’ultima voce aumenta per tutte le fasce demografiche: più contenuta nei Comuni appartenenti alle fasce fino a 5000 abitanti e decisamente più elevata in quelli di medie e grandi dimensioni.
Segno negativo invece per le spese in conto capitale (-6,33%).
Fra gli altri temi analizzati, la relazione ha analizzato con particolare attenzione l’impatto della spesa per il personale sulla spesa corrente, che per i Comuni ammonta al 28,86% per il 2013. In termini assoluti, la spesa media per un dipendente regionale ammonta a 35.035 euro, mentre nei Comuni è di 27.780 euro. Per il personale dirigente la spesa media nelle Regioni è di 92.735 e nei Comuni 87.054 euro.
Relativamente al personale, poi, la Corte ne evidenzia la distribuzione non uniforme sul territorio nazionale, che si riflette anche sul rapporto di incidenza tra dipendenti e dirigenti; nelle Regioni l’incidenza è di un dirigente ogni 17 unità di personale, nei Comuni diventa di 1/60 e nelle Province di 1/40, con significative variazioni da Regione a Regione. Sotto un profilo più generale, si assiste ad una riduzione delle unità annue. Nel triennio 2010/2012, si registrano nei Comuni riduzioni dei segretari comunali/direttori generali di -4,18%, dei dirigenti pari a -12,59% e dei non dirigenti pari a -4,68%, a fronte di una diminuzione della spesa totale complessiva del 5,10%. Le valutazioni della Sezione saranno oggetto di verifica nell’ambito del prossimo referto autunnale, le cui analisi troveranno fondamento nei dati di rendiconto 2013.

I documenti sul sito della Corte dei Conti.
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