SEZIONE: AMBIENTE, ENERGIA

La domanda di energia elettrica crescerà

14 Marzo 2012
 

Tra il 2010 e il 2030 il consumo di energia mondiale aumenterà del 39%, con una crescita media dell'1,6% l'anno. L'aumento della domanda sarà originato per la maggior parte dai Paesi non-Ocse, mentre quelli dell'area Ocse al 2030 segneranno un aumento solo del 4% rispetto al 2010. Sono le stime della Bp contenute nel suo ultimo report “BP Energy Outlook 2030”, che prevede anche una maggiore efficienza energetica e una forte crescita per le energie rinnovabili.

La Bp prevede che a livello globale l’energia rimarrà dominata dai combustibili fossili, che rappresenteranno l'81% della domanda mondiale di energia entro il 2030, in diminuzione di circa il 6% rispetto ai livelli attuali. Secondo le stime della compagnia petrolifera, le rinnovabili, biocarburanti compresi, cresceranno dell’8,2% l'anno, contro il 2% del gas, la fonte fossile a maggiore richiesta, che vedrà un incremento soprattutto in Asia e Medio Oriente. In generale, invece, il petrolio sarà la fonte che aumenterà meno, con un incremento del 18% fino a 103 milioni di barili al giorno di cui il 40% dall'Opec.
La maggiore richiesta di energia elettrica non sarà soddisfatta da combustibili fossili, ma, oltre che dalle rinnovabili, anche dall'idroelettrico e dal nucleare. Le tre fonti insieme copriranno il 34% della maggior domanda.
Il carbone resterà preponderante nel settore elettrico, dove la domanda di energia registrerà i maggiori aumenti, contribuendo al 39% della crescita. Nei trasporti, si prevede che il miglioramento dell'efficienza compensi l'aumento del parco mezzi circolante: i consumi cresceranno del 26% contro un aumento del 60% dei veicoli. Il petrolio, pur vedendo la propria quota erosa rispetto ai livelli attuali, soddisferà l’87% della domanda dei trasporti contro l’odierno 95% e i biocarburanti guadagneranno quota 7%, mentre gas (4%) ed elettricità (1%) resteranno marginali.
La Bp dedica particolare attenzione al ruolo delle fonti fossili non convenzionali come il petrolio e il gas da scisti (shale gas) negli Usa, le sabbie bituminose canadesi e le trivellazioni di petrolio in acque profonde in Brasile. Secondo il report, la dipendenza energetica dell’Europa e, soprattutto, di Cina e India, crescerà, grazie allo sfruttamento di nuovi giacimenti non convenzionali e il continente americano al 2030 raggiungerà la quasi totale autosufficienza energetica, con il Nord America che diverrà addirittura un esportatore netto. Le previsioni stimano infatti che nel 2030 dagli scisti venga il 60% del gas degli Usa. Parallelamente la crescita nel resto del mondo, principalmente in Asia, dipenderà sempre di più dal Medio Oriente, in particolare per il suo fabbisogno di petrolio in crescita.
Capitolo nero nel rapporto è quello dedicato alla emissioni di gas serra. Secondo al compagnia petrolifera le emissioni globali di CO2 potrebbero crescere di circa il 28% entro il 2030. Ma, se verranno messe in atto politiche più green di quanto attualmente previsto, le emissioni di CO2 a livello mondiale potrebbero iniziare a calare entro il 2030.
Per quanto riguarda le importazioni, entro il 2030 gli attuali importatori di energia avranno bisogno di importare il 40% in più rispetto a oggi, ma il dato varia a seconda delle aree geografiche. Nell’Outlook di Bp si legge infatti che “in Nord America, gli sforzi per ridurre la dipendenza dalle forniture estere dovrebbe mostrare risultati impressionanti nei prossimi due decenni. Sostenuto dalla crescita dell'offerta di biocarburanti e petrolio non convenzionale e di gas, il deficit energetico del Nord America si trasformerà in un lieve avanzo nel 2030. Al contrario, il deficit energetico europeo rimarrà ai livelli attuali per il petrolio e il carbone, ma aumenterà di circa due terzi per il gas naturale, fornito da Gnl e gasdotti provenienti dall'ex Unione Sovietica. Mentre il deficit energetico della Cina per tutti i carburanti si amplierà di oltre 5 volte, in India le importazioni di petrolio e carbone saranno più che raddoppiate”.
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