SEZIONE: TERRITORIO E SVILUPPO LOCALE

SPECIALE TRASPORTI - Piste ciclabili

29 Maggio 2008
 
Pensare una città diversa per costruire “una visione nuova dello spazio urbano, con la quale si attribuisce valore al verde pubblico e si sperimenta una mobilità differente”. Massimo Sacchi, Sindaco di Settimo Milanese, descrive così, il lavoro dell’amministrazione comunale per rendere il territorio cittadino uno spazio in grado di integrare residenze e attività produttive senza dimenticare il verde urbano e la possibilità per i cittadini di muoversi con modalità più vicine alle esigenze dell’uomo, sicure e lontane da traffico e inquinamento. Quando si arriva a Settimo Milanese questo sforzo per uno spazio a misura d’uomo lo si nota immediatamente: si abbandona Milano e si entra nel territorio comunale che ricade nel Parco Agricolo Sud Milano in un’area dove il verde della vegetazione è il colore dominante. Tra case e palazzi spuntano, infatti, alberi e isole verdi attraversate da percorsi pedonali e ciclabili. Un lavoro lungo vent’anni Questo risultato, piuttosto spiazzante per il visitatore metropolitano che abitualmente percorre vie di comunicazione caotiche e trafficate, “è il frutto di un lavoro più che ventennale” spiega l’ingegnere Alfredo Drufuca responsabile del piano traffico e mobilità del Comune “poiché è la storia di Settimo Milanese a giustificare questa idea di “mobilità dolce” con la quale si decide di moderare e mitigare l’impatto del traffico”. “Per capire come impostare l’uso dello spazio pubblico per migliorare la qualità della vita urbana è però importante riflettere su come la città ha costruito i suoi equilibri” continua Franco Aprà, architetto, che dal 1985 lavora con il comune per la progettazione e la realizzazione di diversi interventi. È dalle parole di Aprà che apprendiamo infatti come già nella realizzazione del Piano Regolatore degli anni Ottanta l’amministrazione comunale iniziò una specifica politica di acquisizione di aree da destinare a verde pubblico al fine di raggiungere due obiettivi di fondo: ricavare nel centro abitato un’area libera da edificazioni e destinata a raccogliere il parco urbano e prevedere a est della città un’area verde destinata alla forestazione urbana. Il verde quindi è stato pensato in maniera inusuale così da progettare secondo una nuova modalità anche lo spazio cittadino. “Nel comune di Settimo Milanese la tipologia residenziale predominante è costituita da edifici di 4, 6 piani” continua l’architetto Aprà “e questo dato è in controtendenza rispetto alla propensione ormai naturale di molte persone a desiderare la villetta con pochi metri di giardino. Questi edifici hanno permesso di garantire, anzichè tanti piccoli giardini privati, grandi aree verdi pubbliche a disposizione di tutti e che raccolgono un insieme di servizi e attrezzature per diverse fasce cittadine trasformando i parchi in un connettivo urbano”. Tale pensiero è stato poi ripreso negli anni successivi quando, durante la redazione del nuovo Piano Regolatore, si decise di destinare a forestazione urbana un’ulteriore area proseguendo così il percorso per cui “l’elemento unificante delle diverse aree abitate non è costituito dall’ambito costruito ma da verde pubblico”. Un’altra mobilità possibile All’interno di questa visione innovativa della città, che ha fatto del verde un segno distintivo nasce, negli anni novanta, l’idea di sviluppare una “mobilità dolce” con l’obiettivo di garantire la sicurezza negli spostamenti, la riduzione del traffico urbano e la possibilità di utilizzare diverse modalità di movimento. La mobilità progettata a Settimo Milanese è stata pensata cercando di attuare strategie di moderazione del traffico studiate all’estero già dalla fine degli anni Ottanta e inserite nel contesto cittadino in un periodo in cui l’introduzione di una rotatoria era considerata un’idea dirompente e fuori dai soliti schemi. Nel progettare la viabilità si è fatta attenzione per assicurare differenti possibilità di mobilità per dare a ciascun cittadino la possibilità di utilizzare il mezzo più confacente alle sue esigenze. Sono nati in questo modo i tracciati pedonali, ciclistici e automobilistici, tutti con la stessa dignità e tra loro separati al fine di renderli sicuri per chi li pratica. Nel progetto generale di città nuova le piste ciclabili sono diventate lo strumento che ha permesso di valorizzare lo spazio pubblico delle strade e che ha consentito di unire i vari territori della città: il centro, le due frazioni e le aree verdi garantendo la continuità nelle vie di comunicazione e la sicurezza dei percorsi. Scommessa riuscita... pensiamo al futuro Dopo tutto questo racconto una domanda però nasce: qual è l’attenzione della popolazione verso queste modalità alternative di mobilità? Interviene il sindaco Sacchi: “notiamo che le piste ciclabili hanno diverse modalità d’utilizzo: quelle che collegano le frazioni al centro sono molto frequentate dai residenti come via sicura per raggiungere la città; nei weekend il traffico sulle piste, sia urbane che all’interno delle zone verdi, è costituito soprattutto da famiglie”. Possiamo quindi parlare di una scommessa riuscita? “Sì” afferma Drufuca “siamo infatti riusciti a costruire un ambiente diverso, dove si è assistito ad una trasformazione dello spazio urbano che ha permesso di dar vita ad una città più sicura; con un calo del 75% degli incidenti stradali con feriti.. Per il futuro continuerete su questa strada? “Certamente” risponde con energia il Sindaco “ e inoltre vorremmo riuscire a connettere il sistema delle piste ciclabili di Settimo Milanese con altri percorsi limitrofi e rendere ancora più sicuri i percorsi esistenti. Una sfida importante sarà infine quella di pensare a migliorare il sistema viabilistico, ponendo attenzione alle aree industriali per garantire la sicurezza di quelle zone senza dimenticare le esigenze delle attività produttive”.
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