Welfare

Brivio: "Il lavoro dei migranti è percorso di integrazione"

2 Agosto 2018
 

"Da più parti i Comuni vengono sollecitati affinchè i richiedenti asilo non siano lasciati senza impegni durante la loro permanenza nei centri di accoglienza, per tale motivo l'impiego di queste persone nei lavori socialmente utili è sempre stata una soluzione idonea per occuparle e, inoltre, per farle sentire partecipi della comunità ospitanti e per apprendere come svolgere alcune attività. Proprio perchè questo tipo di impegno si qualifica come lavoro socialmente utile, come avviene nel caso del coinvolgimento delle fasce deboli e dei disoccupati, è evidente che non si tratta di una prestazione professionale che, come nel caso della cura del verde, necessita di competenze, attrezzature e soluzioni organizzative che non sono a disposizione di chi è impegnato saltuariamente in attività come la raccolta di cartacce e foglie o nella cura delle pubbliche piazze e vie. Pertanto, l'impiego dei richiedenti asilo non rientra in una logica di prestazione lavorativa professionale sostitutiva ai servizi già oggetto di appalto nei Comuni, ma in un percorso di integrazione e formazione dei soggetti coinvolti, di cura del decoro e di valorizzazione dei beni comuni".
Risponde così il Presidente di Anci Lombardia, Virginio Brivio, alla lettera inviatagli dall'Assessore regionale all'agricoltura, Fabio Rolfi, in merito all'impiego da parte dei Comuni dei migranti per la cura del verde pubblico in Lombardia.  

Nella sua comunicazione Rolfi ha sostenuto che "devono essere i florovivaisti lombardi a curare il verde pubblico in Lombardia, non gli aspiranti profughi", questo poichè agli uffici regionali sono giunte "segnalazioni nelle ultime settimane relative ad alcuni sindaci lombardi che invece preferiscono destinare questi lavori ai richiedenti asilo". Per l'Assessore "occuparsi dei parchi e delle piante delle nostre città è una professione, non un passatempo", dunque "per il loro lavoro quotidiano i professionisti devono essere pagati il giusto" ma, secondo Rolfi, "le nostre imprese e i nostri artigiani non possono competere con chi 'lavora' gratis e viene strumentalizzato per coprire, almeno pubblicamente, gli effetti negativi della mala gestione del problema immigrazione che ha caratterizzato gli anni scorsi". (LS)

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