SEZIONE: TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
NORMATIVE

Il Codice dell'Amministrazione Digitale è legge

18 Gennaio 2018
 

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, diventa legge il decreto correttivo al CAD - Codice di Amministrazione Digitale (n.217 del 13 dicembre), aggiornato e migliorato dal Consiglio dei Ministri, a dieci anni dalla sua emanazione. Il Codice dell’Amministrazione Digitale, nato nel 2005, è un testo unico che riunisce e riordina diverse norme, riorganizzando la materia delle informazioni e dei documenti in formato digitale.
Di fatto si tratta del primo strumento legislativo finalizzato a privilegiare l’informatica nei rapporti tra la pubblica amministrazione italiana e i cittadini, in un paese in cui - è bene ricordarlo - 22 italiani ogni 100 non navigano su Internet, e solamente il 13% utilizza servizi online della PA vs media europea del 30% (rilevamento Eurostat).


Le principali novità introdotte
Tutte le innovazioni attivate concorrono al comune obiettivo della semplificazione: all'AgID si attribuiscono competenze finalizzate all’emanazione di linee guida, per una regolazione più flessibile; linee guida che entreranno in vigore appena pubblicate online, perciò adottabili agilmente, per posizionare finalmente i cittadini al centro del processo di innovazione.

- Domicilio digitale
Il Domicilio Digitale è uno dei muri portanti dell’infrastruttura digitale nazionale. Ogni cittadino, associazione ed ente potrà, non obbligatoriamente, averne uno dove ricevere tutte le comunicazioni in formato digitale dalla Pubblica Amministrazione. Saranno necessari la Posta Certificata PEC e il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID). Il Domicilio Digitale sarà così la destinazione di ogni comunicazione avente valore legale dalla PA e dai privati. Basta file agli sportelli, basta cartoline, stop alle telefonate, insomma. Azzeramento (speriamo) delle spese postali ordinarie. Tutto passa su PC, Smartphone o tablet.


- Cittadinanza digitale
Con questo servizio si crea uno spazio digitale personalizzato per riepilogare ordinatamente tutti i rapporti intercorsi tra cittadini, imprese e PA. Un promemoria per ricordare tasse, tributi e ogni tipo di adempimento vincolante. Uno sportello per fruire dei servizi digitali offerti dalla Pubblica Amministrazione senza, tuttavia, precludere la possibilità di continuare a usare i servizi in questione fisicamente, come da consuetudine. Ma anche una sorta di punto informativo, ad esempio per conoscere l’esito di un concorso pubblico e più in generale accedere a tutti gli atti, documenti e procedimenti che lo riguardano. 

 

- Difensore civico digitale
Ci sarà un solo ufficio centrale, autorevole e indipendente presso l’Agenzia per l’Italia Digitale AgID (prima erano previsti tanti difensori civici per ciascuna amministrazione coinvolta), per raccogliere le segnalazioni e garantire il rispetto dei diritti di cittadinanza digitale. Al difensore civico non sono attribuiti poteri coercitivi, ma unicamente di “moral suasion” rispetto alle amministrazioni inadempienti.

 
 - Fisco
Il Codice dell’Amministrazione Digitale è applicabile agli atti tributari e di riscossione. I documenti firmati digitalmente dal capo ufficio e inviati tramite PEC hanno piena efficacia giuridica dal momento che il destinatario viene messo in condizioni di verificare la provenienza e l’autenticità della copia informatica. Le norme si applicano a tutti gli atti di liquidazione, rettifica, accertamento e irrogazione delle sanzioni di natura tributaria.
 

 - Riciclo del software
Tra le varie declinazioni dell’economia del riciclo (o circolare) vi è anche questa: riutilizzare software già sviluppati e utilizzati in passato dalle PA, per risparmiare soldi e guadagnare tempo. Grazie al decreto correttivo del CAD il software destinato a formare oggetto di riuso deve venir pubblicato in una o più piattaforme, capaci di facilitare la vita alle Amministrazioni. In questo modo prima di procedere a nuovi acquisti si verificherà “in casa” se altre Amministrazioni abbiano già sviluppato un prodotto riutilizzabile. (VV)
 

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Le Pubbliche Amministrazioni possono ora ottemperare all’obbligo di mettere a disposizione della propria utenza, strumenti e applicazioni per eseguire pagamenti elettronici a favore della PA. L’attività dovrà essere completata entro e non oltre il 31 dicembre 2015.

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