Coop, partner tematico di Expo Milano 2015 con il Future Food District, ha realizzato la ricerca "Cibo di oggi, cibo di domani", curata da Doxa (6.400 le interviste realizzate a persone tra i 18 e i 54 anni di età), con cui ha interrogato i consumatori di 8 Paesi del mondo (Italia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Cina, India e Brasile) per indagare la percezione del cibo oggi e le aspettative verso il 2050.
Le culture alimentari di oggi e le aspettative per domaniL’indagine ha analizzato come è fatto il cibo di oggi e ha approfondito il tema delle diete alimentari e il punto di vista di chi il cibo lo mangia. Tra i vari aspetti presi in considerazione ci sono il tempo dedicato al cibo, i luoghi, gli stili alimentari, le identità associate al cibo, fino ad arrivare alla percezione del cibo del futuro.
Dalla ricerca emerge un quadro molto vario delle differenti culture alimentari attuali dei diversi Paesi, legate come sono a stili e consapevolezze diverse: gli italiani la fanno da padroni sulla percezione del cibo come piacere unito al gusto della convivialità e a un pizzico di tradizione. Ma se dal presente ci si muove verso il domani si registrano forti e imprevedibili allineamenti.
Consapevolezze e paure
Emerge infatti una grande consapevolezza attuale, e in prospettiva futura cadono i tabù alimentari: alcuni Paesi si dimostrano propensi a sperimentare cibi nuovi come insetti o carne sintetica. I più eclettici si dimostrano Cina, India, Brasile, più conservatori i Paesi occidentali.
Troveremo Ogm (il 72% del campione mostra piena consapevolezza sulla loro diffusione), molte pillole (75%) e carne sintetica (60%), non mancheranno insetti e alghe comunque cibi dalle proprietà nutrizionali bilanciate. I più eclettici e aperti al cambiamento del gusto gli indiani, i cinesi e i brasiliani, ma anche un 70% di italiani potrebbe provare il cibo in pillole e il 44% dei nostri connazionali non si tirerebbe indietro nemmeno davanti a un insetto. A fronte di ciò, per tutti prevale comunque la paura sulla possibile manipolazione del cibo (il 60%) e il timore per un pianeta sempre meno controllabile o sull'orlo del precipizio ambientale (53%). Il 43% indica invece come la sua paura più grande sia un cibo troppo costoso.