SEZIONE: AMBIENTE, ENERGIA

Water Alliance, sette sorelle per l’acqua in Lombardia

27 Aprile 2015
 
Gruppo Cap, BrianzAcque, Uniacque, Padania Acque, Lario Reti Holding, Sal e Pavia Acque, sette realtà in house della regione Lombardia, che insieme garantiscono un servizio a oltre 5 milioni di abitanti (più della metà dei cittadini lombardi), hanno deciso di fare squadra. È nata così la prima joint venture contrattuale tra aziende idriche in house con l'obiettivo di creare, come ha detto Alessandro Russo, presidente di Cap Holding e coordinatore del progetto “un modello di gestione della risorsa idrica e le sinergie industriali in grado di garantire la qualità del servizio ma anche minori costi per i cittadini”. Questo in sostanza il progetto Water Alliance – Acqua di Lombardia, iniziativa che ha il patrocinio di Expo 2015, Anci Lombardia e Confservizi Lombardia.
“Questa iniziativa, di cui siamo felici di fare da capofila” ha sottolineato Russo ”è una novità assoluta nel panorama della nostra regione e una grande sfida. Il nostro scopo è costruire un sistema di rete, una vera Water Alliance, che ha i numeri per proporsi sullo scenario nazionale come il più grande soggetto pubblico aggregato del servizio idrico. Le aziende pubbliche lombarde hanno le competenze, le risorse e la forza per rispondere alle nuove esigenze di investimenti in infrastrutture e servizi. Si tratta di un progetto ambizioso e aperto a chi in questi mesi volesse farne parte”.
“Partiamo ora con un primo percorso di ascolto di tutti gli stakeholder che durerà da qui a fine anno, passando per un appuntamento a Expo in programma a settembre e, a fine anno, firmeremo la joint venture contrattuale e poi si parte”, ha aggiunto Russo. Gli obiettivi su cui si concentra il progetto non si limitano al tema della qualità del servizio ma affronteranno anche  tematiche quali accesso al credito, agenda smart, costi dell'energia, supporti informatici.
Il progetto Water Alliance è stato presentato a Monza in occasione del convegno “Per una sharing economy dell’acqua”. Sono intervenuti fra gli altri, oltre al presidente di Anci Lombardia, Roberto Scanagatti, Enrico Boerci, amministratore delegato BrianzAcque, Antonio Redondi, presidente Sal, Paolo Franco, presidente Uniacque.
Roberto Scanagatti, con il presidente della Provincia di Monza e Brianza, Gigi Ponti, ha chiesto alla neo alleanza un impegno anche sul fronte dell’assetto idrogeologico del territorio per gestire al meglio i sempre più frequenti fenomeni alluvionali ed evitare disastri.
Per Enrico Boerci “la Water Alliance rappresenta un’ imperdibile opportunità di mettere a fattor comune le eccellenze di gestione delle aziende pubbliche dell’idrico della Lombardia. Una rete di condivisione tra “consorelle” che consentirà di superare la frammentarietà delle singole gestioni in house”.
“Aumentare la capacità delle nostre aziende di essere competitive, gettare le basi per una cooperazione stabile e sinergica tra le aziende, per produrre nuove economie di scopo e maggiori economie di scala, favorendo anche l’accesso al credito per nuovi investimenti”, questa, secondo Antonio Redondi, l’occasione che offre l’alleanza.
Paolo Franco ha sottolineato la necessità di “investimenti importanti per risolvere una volta per tutte le criticità di questo settore strategico, ma c’è bisogno anche di ingenti spese di manutenzione per garantire un servizio che arriva nelle case di tutti. Occorre, appunto, fare sistema e l’in-house sono una valida risposta. Inoltre” ha concluso "a rete delle società idriche in house lombarde rappresenta un valore aggiunto ed una grande opportunità per il territorio e per la Regione: un soggetto attivo e strategico da un punto di vista politico, istituzionale ed economico".
Numeri e investimenti
Alcuni dati testimoniano l’ampiezza della rete che si viene a creare: 900 Comuni serviti, dove erogano oltre 500 milioni di metri cubi d’acqua erogati all’anno, 24.727 km di rete di acquedotto e 2733 pozzi, 508 depuratori, ai quali confluiscono quasi 20mila km di rete fognaria. I ricavi complessivi superano i 630 milioni. Nei prossimi cinque anni, le sette aziende investiranno 800 milioni di euro: uno sforzo che si concentra in gran parte nell’impegno per mettere a norma depuratori e fognature, e risolvere così il grave deficit infrastrutturale che vede ancora l’Italia sotto procedura di infrazione comunitaria.
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