Dopo giorni di polemiche, accuse e smentite, è stato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni a fugare ogni dubbio: i soldi per sostenere i progetti territoriali per Expo ci sono. "Concluso il negoziato con il Governo nazionale sui tagli alle Regioni, abbiamo una fotografia chiara di quale sia la situazione economica e finanziaria della Regione per il 2015. Cioè, sappiamo quanti tagli abbiamo avuto e su quali risorse possiamo contare".
Una buona notizia per i comuni destinatari della prima fase del finanziamento, che avevano dovuto mettere in stand by qualunque ipotesi di implementazione, in attesa della seconda tranche. E a cui era stata prospettato che non potessero esserci altri fondi a disposizione, in virtù, per esempio, del compenso elargito al prof. Vittorio Sgarbi per la sua consulenza a Expo 2015. Sul punto, Maroni ha precisato che la somma in questione è stata destinata a finanziare iniziative in ambito culturale che il critico d'arte ha proposto.
I dettagli della nuova assegnazione di fondi verranno definiti nei prossimi giorni: "Le iniziative proposte dai territori sono già finanziate fino al 30 di aprile attraverso il bando da 3,5 milioni di novembre. Anche dal 1 maggio proseguiranno", conferma Maroni. A cui fa eco l'assessore alla Casa, Housing sociale, Expo e Internazionalizzazione delle imprese di Regione Lombardia Fabrizio Sala: "Annunceremo i nuovi fondi per i territori in modo da favorire e promuovere iniziative di valorizzazione nei sei mesi in cui si svolgerà l'Esposizione universale".
Possibili alcune novità nelle modalità di conferimento dei fondi: "Dopo aver assegnato la prima tranche di risorse, metteremo a disposizione altri finanziamenti per due tipologie di interventi: azioni dirette per la promozione territori e azioni che sono state già pianificate dai territori in attuazione della prima fase del bando di Regione Lombardia, la cosiddetta fase 1 che, prolungandosi è diventata anche fase 2".
Secondo Sala, tra i criteri di ripartizione delle risorse utilizzati nella prossima procedura di evidenza pubblica potrebbe non essere utilizzato più soltanto quello delle Province, ma anche quello della progettualità e della capacità di fare rete sui territori.