SEZIONE: LAVORI PUBBLICI ED EDILIZIA - SICUREZZA E LEGALITA'
EMERGENZE

I ponti malati di Lombardia vanno mappati

21 Agosto 2018
 

Della situazione cronica in cui versano alcuni dei ponti in Lombardia avevamo già parlato nel numero di aprile del nostro mensile Strategie Amministrative. Un tema tornato di drammatica attualità dopo i fatti di Genova (il crollo del ponte Morandi, lo scorso 14 agosto, con 43 morti e oltre 600 sfollati), che ci spinge a riprendere il discorso, evidenziando quali misure intendono prendere Regioni e Comuni per scongiurare il ripetersi di una tragedia come quella ligure. 


L'emergenza ponti sul Po
Dal 7 settembre 2017 migliaia di persone che vivono e lavorano tra i comuni di Casalmaggiore (Cr) e Codorno (Pr) si trovano in una situazione di emergenza al momento ancora senza prospettive e tempistiche concrete di risoluzione. Dopo la chiusura per problemi strutturali del Ponte sul fiume Po che collega Lombardia ed Emilia Romagna, infatti, chi deve spostarsi in zona ha poche e per nulla allettanti alternative: il trasporto ferroviario tra il cremonese e il parmense è in una condizione disastrata, il traffico – una media di 13mila veicoli al giorno, di cui 2mila tir - si muove principalmente sul ponte di Viadana (Mn), anch’esso oggetto di manutenzione ed è costantemente congestionato. Di fatto, pendolari e mezzi commerciali impiegati nelle aziende della zona o in transito verso il Brennero sono ostaggio di un “buco infrastrutturale” che nessuno è ancora riuscito a colmare. Lo conferma il sindaco di Casalmaggiore, Filippo Bongiovanni: “L’economia locale è danneggiata, i cittadini sono in difficoltà, serve un intervento fattivo e urgente”. Gli fa eco Ivana Cavazzini, sindaco di Piadena (Cr): “Sulla linea ferroviaria è stato potenziato il numero di carrozze, ma il servizio offerto resta inadeguato e manifesta persino evidenti problemi di sicurezza. Sul fronte stradale, il ponte di Viadana è impreparato a gestire uno stress di passaggio auto e Tir come quello che è chiamato a sostenere. Non abbiamo altra soluzione che sperare in uno sblocco, il più rapido possibile, del parere favorevole da parte della Conferenza dei Servizi”. Ma come si è arrivati sino a questo punto? “Scontiamo – racconta Cavazzini – anni di assenza di interventi strutturali e la scelta di materiali di costruzione, come il calcestruzzo, dalla durata contenuta. I nostri ponti sono quasi tutti arrivati al fine vita. Dobbiamo sperare che non vengano messi in ristrutturazione tutti insieme, se no rischiamo di rimanere bloccati in modo definitivo”. 
Al momento, le tappe più recenti della vicenda sono queste: la Provincia di Parma ha incaricato un esperto strutturista, di compiere uno studio sullo stato del ponte. Nella sua “Relazione finale sulle risultanze delle indagini e indicazione sulle modalità di intervento” si definiscono gli interventi possibili: per la riapertura del ponte a doppio senso di circolazione fino a 20 tonnellate, quindi con la possibilità di passaggio degli autobus di linea, è necessario un intervento da 5 milioni di euro. 
Ma si tratta, attenzione, di un intervento va a sanare le “ferite” più gravi del ponte, ma non interviene su tutta una serie di problematicità, che permangono. “Una toppa, insomma – la definisce Bongiovanni - che renderà la percorribilità del ponte dopo questo intervento inferiore ai 10 anni. Nel frattempo il degrado del ponte, in particolare delle travi su cui non si interviene, è destinato a proseguire”. Un tampone che non esonera certo dal procedere, a livello nazionale, alla realizzazione del nuovo ponte. 


Ponti a rischio crollo, presto un censimento
"Prevenire per non curare". Con questo mantra, La Lega Nord ha manifestato le proprie intenzioni rispetto agli interventi da effettuare nell'immediato per scongiurare il rischio di un "Morandi" anche in Lombardia. Alessandro Corbetta, consigliere di Regione Lombardia e Attilio Fontana, presidente, hanno spiegato: "La Lombardia è a rischio. Ora più che mai è necessario lavorare per scongiurare altre vittime. In Lombardia negli anni scorsi - ha spiegato - abbiamo contato i morti dopo il crollo del cavalcavia di Annone sulla Ss36 e il disastro ferroviario di Pioltello. Anche in questi casi con una manutenzione adeguata non ci sarebbero state vite spezzate. Ci sono altre situazioni critiche in tutto il territorio lombardo, basti vedere la chiusura del ponte ferroviario in via Fulvio Testi a Milano o le polemiche sui ponti della Milano–Meda proprio degli ultimi giorni". 
La proposta è chiara: "È tempo di agire con ancora più forza rispetto a quanto fatto fino ad ora. Regione Lombardia deve mappare e censire tutte le infrastrutture presenti sul nostro territorio: serve un quadro esaustivo e certificato sulle competenze circa la sicurezza di queste opere, sullo stato di manutenzione e su chi è deputato a controllare, in modo che poi regione possa fare le proprie valutazioni e comportarsi di conseguenza con gli enti gestori, elaborando anche una strategia per rinnovare completamente le opere più vetuste o costruite con materiali non idonei". "Dobbiamo poi valutare la possibilità tecnica di eseguire dei controlli diretti sulle infrastrutture esistenti nel caso la regione lo ritenga opportuno. Nelle prossime settimane – ha concluso Corbetta - lavorerò su una proposta che vada in questa direzione: la sicurezza di cittadini, pendolari e lavoratori deve avere la massima priorità". E per garantirle regione Lombardia è pronta a mappare e censire tutte le infrastrutture a rischio. (VV)

 

La nota del Direttore dell'ITC del CNR

A poche ore dal crollo del ponte Morandi, Antonio Occhiuzzi, Direttore dell'Istituto di  tecnologia delle costruzioni del Consiglio nazionale delle ricerche Cnr-Itc, rilasciava una nota stampa in cui sottolineava gli eventi che già in passato avevano colpito il sistema stradale italiano. Inoltre, l'ingegner Occhiuzzi evidenziava gli enormi costi di un intervento sulle infrastrutture. In allegato la nota del Direttore Occhiuzzi

Il quotidiano La Stampa ha poi pubblicato, anche a seguito della nota del CNR, l'immagine, elaborata dalla società Centimetri, che individua i principali ponti e viadotti a rischio. (SM)

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