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Vai al lavoro in bicicletta? Ti spetta un rimborso

27 Febbraio 2018
 

Arriva dalla Francia una proposta di premio ai dipendenti che vanno al lavoro in bicicletta, che potrebbe essere estesa - in particolare - ai lavoratori statali e del settore pubblico. Il Ministro dei Trasporti francese, Elisabeth Borne, ha deciso di sostenere la proposta di alcuni parlamentari che chiede il rimborso chilometrico per i dipendenti che vanno al lavoro in bicicletta, rendendo obbligatorio questo schema entro 4 anni per tutti i datori di lavoro. Attualmente, infatti, il rimborso è previsto su base facoltativa e coinvolge soltanto le aziende private. Oltre il 70% dei francesi che lavora a meno di 5 km da casa si muove in auto, fatto che rende l’estensione del rimborso chilometrico un possibile successo per la mobilità urbana. Ad oggi solo il 3% va in ufficio in bicicletta, ma il dossier in mano al Ministro Borne prevede il raddoppio entro un anno dall’entrata in vigore. In Italia, secondo il primo Rapporto sull'Economia della Bici, in 743mila utilizzano sistematicamente la bici per coprire il tragitto casa-lavoro, con percentuali elevatissime nella provincia autonoma di Bolzano (il 13,2% degli occupati raggiunge il luogo di lavoro in bici), in Emilia Romagna (7,8%) e in Veneto (7,7%). 


Quali sono i costi...
In risposta a chi sostiene che premiare chi viene in bici in ufficio costa troppo, arrivano i dati del dossier preparato da un gruppo di deputati insieme ai rappresentanti delle ONG: il costo medio di generalizzazione sarà, entro il 2022, inferiore ai 23 euro l’anno per dipendente nell’ipotesi più ambiziosa studiata. Nella pratica, il risarcimento salirebbe a 35 euro al mese (attualmente è di 25 cent/km) e cumulabile con il rimborso dell’abbonamento al trasporto pubblico. In questa ipotesi, il costo diretto, se lo Stato applicasse la misura nei confronti dei suoi funzionari, sarebbe di 54 milioni di euro l’anno.

 

....e i benefici previsti
L'impatto economico e sociale sarà più che positivo, se si considerano i risparmi sui costi sanitari legati all’aumento del ciclismo (almeno 29 milioni di euro l’anno), mentre l’ammanco nelle entrate fiscali sarebbe compensato da un aumento dell’IVA consentito da un’eccedenza di consumi legata all’incremento del reddito dei dipendenti. La misura ridurrebbe poi fino a 37 milioni l’anno le esternalità negative legate all’uso dell’auto: rumore, cambiamenti climatici, incidenti, inquinamento atmosferico. (VV)

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