SEZIONE: AMBIENTE, ENERGIA
INQUINAMENTO

Mal'Aria 2018: Lombardia bocciata da LegAmbiente

31 Gennaio 2018
 

Emergenza smog sempre più cronica in Italia: aria irrespirabile nelle grandi città con un 2017 da “codice rosso” a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili e dell’ozono. Lo spiega, in dettaglio, Mal’Aria 2018 – “L’Europa chiama, l’Italia risponde?”, il rapporto sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane di Legambiente da cui emerge che nel corso dell'anno passato in ben 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili, con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metro cubo. Le prime posizioni della classifica sono tutte appannaggio delle città del nord (Frosinone è la prima del Centro/Sud, al nono posto), a causa delle condizioni climatiche che hanno riacutizzato l’emergenza nelle città dell’area del bacino padano.


I cinque capoluoghi da bollino rosso
Su 39 capoluoghi, inoltre, ben cinque hanno oltrepassato la soglia di 100 giorni di smog oltre i limiti: Torino (stazione Grassi) guida la classifica con il record negativo di 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico illegali; Cremona (Fatebenefratelli) con 105; Alessandria (D’Annunzio) con 103; Padova (Mandria) con 102 e Pavia (Minerva) con 101 giorni. Ci sono andate molto vicina anche Asti (Baussano) con 98 giorni e Milano (Senato) con le sue 97 giornate oltre il limite. Seguono Venezia (Tagliamento) 94; Frosinone (Scalo) 93; Lodi (Vignati) e Vicenza (Italia) con 90.


La situazione in Lombardia: maglia nera a Cremona
Andando a confrontare le città che hanno superato i limiti rispettivamente per le polveri sottili e per l’ozono troposferico nel 2017, sono 31 quelle che risultano fuori legge per entrambi gli inquinanti. Sommando i giorni di mal’aria respirata dai cittadini nel corso dell’anno solare, la speciale classifica vede la città di Cremona prima in questa drammatica lista con ben 178 giorni di inquinamento rilevato (105 per le polveri sottili e 73 per l’ozono); Pavia 167, Lodi, Mantova e Monza seguono a pari giornate con 164 giorni di inquinamento totale, Asti 162, Milano 161 e Alessandria 160 si trovano subito dopo.


Le prospettive future, tra ritardi e comportamenti virtuosi
Secondo il commento di Legambiente, "in Lombardia, l'adeguamento dei comuni chiamati a dotarsi di ordinanze per il recepimento dell'accordo è avvenuto con inerzie e ritardi rispetto al momento in cui (inizio ottobre) sarebbe stato opportuno poter disporre di questi strumenti ai fini delle attività di controllo e accertamento. Pur con questi ritardi e viscosità, il recepimento è nella sostanza avvenuto per tutti i comuni (37 con popolazione superiore ai 30.000 abitanti) indicati dalla delibera regionale. Inoltre si è verificato un fenomeno virtuoso di adesione volontaria di altri comuni che, sebbene non obbligati a farlo dalla delibera, hanno tuttavia ritenuto di dotarsi di analoga ordinanza: ad oggi l'elenco pubblicato sul sito di Regione Lombardia dei comuni in cui si applicano le misure temporanee contemplate dall'accordo include ben 83 comuni".
Tuttavia, prosegue il rapporto Mal'Aria 2018 "se occorre dare atto a Regione Lombardia di svolgere un'attività di puntuale e monitorata attuazione dell'accordo, e anche un ruolo di tenuta del coordinamento con le altre regioni firmatarie, resta la critica di fondo alla consistenza e alla pertinenza delle disposizioni previste dall'accordo, e alla loro efficacia commisurata alla dimensione dell'emergenza smog". (VV)

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