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Cultura

Liliana Segre Senatrice a vita: "testimonianza di libertà"

19 Gennaio 2018
 

Senatrice a vita per "aver illustrato la Patria con altissimi meriti in campo sociale" come recita la Costituzione italiana.
Questa la motivazione che ha portato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a nominare Liliana Segre, una dei 25 bambini italiani su 776 che sopravvissero all'orrore di Auschwitz, tra i "grandi" del nostro Paese.
Liliana Segre è nata a Milano il 10 settembre 1930 in una famiglia ebraica ma laica, e per questo fu vittima delle leggi razziali del fascismo all'età di 8 anni, quando nel settembre del 1938 fu costretta ad abbandonare la scuola elementare.
Tutti coloro che, come chi scrive, hanno avuto l'occasione di ascoltare il suo racconto dei giorni della prigionia e di quelli dolorosi del solitario ritorno alla vita, non dimenticheranno mai la fermezza della voce e la pacatezza nei toni usati per raccontare la follia dello sterminio nazista e per condannare ogni forma di intolleranza.

La prigionia e la liberazione
La vicenda di Liliana Segre ha inizio il 7 dicembre 1943, quando con il padre e due cugini, cercò invano, con l'aiuto di alcuni contrabbandieri, di riparare in Svizzera. Il tentativo di fuga finì con la cattura da parte dei gendarmi del Canton Ticino e il successivo arresto a Selvetta di Viggiù in provincia di Varese. 
Dopo 40 giorni di prigione, il 30 gennaio 1944 Liliana partì con il padre in Germania dal "Binario 21" della Stazione Centrale di Milano diretta al campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz, dove venne internata nella sezione femminile e le venne tatuato il numero di matricola 75190.
Non rivedrà mai più il padre, che morirà ad Auschwitz il 27 aprile 1944. Anche i suoi nonni paterni, arrestati a Inverigo il 18 maggio 1944, furono deportati ad Auschwitz, dove furono uccisi il giorno stesso del loro arrivo.
Il 27 gennaio 1945, sgomberato il campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz per sfuggire all'avanzata dell'Armata Rossa, i nazisti trasferirono 56.000 prigionieri, tra cui anche Liliana Segre, a piedi, attraverso la Polonia, verso nord. Non ancora 15enne, fu condotta nel campo femminile di Ravensbrück e in seguito trasferita nel sotto campo di Malchow, nel nord della Germania.
Fu liberata il 1° maggio 1945, unitamente agli altri prigionieri, dopo l'occupazione del campo di Malchow da parte dei russi. Tornò a Milano nell'agosto 1945. 

Testimone infaticabile
Nel 1990, dopo 45 anni di silenzio, Liliana Segre iniziò a partecipare ad alcuni incontri nelle scuole, portando la sua testimonianza di ex deportata, attività che continua ancora in questi anni e che la porterà il prossimo 24 gennaio a incontrare 2mila studenti al Teatro Arcimboldi di Milano. E proprio il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, congratulandosi con la Senatrice a vita ha evidenziato che la nomina è "un riconoscimento che, attraverso lei, va a onorare il ricordo delle vittime dei nazifascisti. E che ricorda l'impegno di Milano, nel passato e ai giorni nostri".
Segre, nel 20004, era stata nominata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi Commendatore al Merito della Repubblica Italiana, oggi è Presidente del Comitato per le "Pietre d'inciampo" - Milano, che raccoglie tutte le associazioni legate alla memoria della Resistenza.
La sua vita è quindi "una testimonianza di libertà", come ha dichiarato il premier Paolo Gentiloni, per il quale da oggi la Senatrice a vita Liliana Segre "ci indicherà il valore della memoria. Una decisione preziosa a 80 anni dalle leggi razziali".(LS)

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