SEZIONE: FINANZA E TRIBUTI
STATISTICHE

Accertamento imposte evase: in calo l'apporto dei Comuni

21 Agosto 2017
 

Secondo quanto evidenziato dalla Corte dei Conti nel Rendiconto generale, diminuisce sempre di più l'apporto dei comuni all'attività di accertamento delle imposte evase. Nel 2016, gli accertamenti realizzati dall'Agenzia delle Entrate con il contributo dei comuni sono diminuiti del 41,3% rispetto al 2015. In calo anche le somme riconosciute agli Enti locali per tale attività. Un calo, quello del 2016, che conferma un trend in atto da anni: si è scesi da 3.455 accertamenti del 2012 a 1.156 del 2016 passando per i 2.916 del 2013, i 2.701 del 2014 e i 1.970 del 2015.

Nonostante l'innalzamento della quota riconosciuta ai comuni, che dal 33% inizialmente previsto, è passata prima al 50% e poi dal 2012 al 100%, dunque, l'impegno degli Enti nel contrasto all'evasione erariale registra un progressivo calo. Diverse le ragioni: "Anzitutto - spiega Guido Castelli, delegato Anci alla fiscalità e sindaco di Ascoli Piceno in una dichiarazione alla AdnKronos - abbiamo notato che rispetto alle nostre segnalazioni l'Agenzia delle Entrate ha sempre maggiori difficoltà a lavorarle. All'inizio, quando la normativa fu introdotta vi fu una adesione significativa dei Comuni, soprattutto nelle regioni del Centro". Castelli aggiunge: "Siccome tale attività di segnalazione comporta un lavoro e l'impiego di risorse da parte dei comuni, nel tempo gli Enti hanno deciso di concentrare l'attività di collaborazione, che all'inizio riguardava anche casi di piccola evasione, sui casi più significativi dai quali ci si attende un risultato economico in termini di recupero adeguato. E ciò anche per evitare di utilizzare risorse per una attività dispendiosa non sempre in grado di produrre un ritorno.

Una possibile inversione di tendenza
Inevitabile chiedersci come ridare slancio all'impegno dei Comuni nel contrasto all'evasione dei tributi erariali. Per Castelli la soluzione passa per il superamento dell'attuale meccanismo premiale. "Da tempo -spiega- i comuni chiedono un riordino delle loro funzioni. All'interno di tale processo occorre introdurre la lotta all'evasione tra le funzioni fondamentali obbligatorie. Solo così tutti gli Enti saranno tenuti ad impegnarsi in maniera strutturale e continuativa nel contrastare chi non paga le tasse".


La ripartizione regionale
La Corte dei Conti evidenzia che considerando l'intero quinquennio 2012-2016, la diminuzione degli accertamenti realizzati con il contributo dei comuni raggiunge il 66,5%. A livello regionale i comuni che maggiormente hanno utilizzato lo strumento nel 2016 sono quelli della Calabria con 230 segnalazioni seguiti dagli Enti della Lombardia con 161 segnalazioni e dall'Emilia Romagna con 160 segnalazioni. Fanalino di coda la Basilicata con zero segnalazioni, preceduta da Valle d'Aosta con una segnalazione, Abruzzo con 4 e Molise con 5 segnalazioni. Nel quinquennio il crollo più significativo nelle segnalazioni si è registrato in Lombardia passata da 1.127 del 2012 a 161 del 2016 e in Emilia Romagna passata da 1.061 a 160.


In calo anche le somme riconosciute dal fisco ai Comuni
Sono in diminuzione anche le somme riconosciute dal fisco ai Comuni. Nel 2015 sono scese di oltre il 22,6% rispetto al 2014 passando da 21,7 milioni a 16,8 milioni. A fare la parte del leone negli incassi gli Enti di Lombardia e Emilia Romagna che nel 2015 assorbono il 64,6% del totale. Dopo un periodo di crescita delle somme ricevute dai comuni passate 10,9 milioni del 2012 a 17,6 mln nel 2013 e 21,7 mln nel 2014 dal 2015 il calo delle segnalazioni inizia a ripercuotersi sugli incassi dei Comuni. Dopo gli Enti di Lombardia e Emilia Romagna ai quali va rispettivamente 6,4 mln e 4,4 mln troviamo i comuni del Piemonte che nel 2015 incassano 1,2 milioni seguiti da quelli della Liguria con 1,1 mln, del Veneto con 1,0 mln e della Toscana con 960 mila euro. (VV)

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