Scenario per nulla incoraggiante, in materia di utilizzo delle nuove tecnologie da parte degli enti locali: solo un ufficio su tre (33,8%) è in grado di avviare e concludere per via telematica l’intero iter di almeno un servizio richiesto dall’utenza. La denuncia è dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha esaminato i dati Istat riferiti all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione da parte degli enti locali.
Tra tutti gli enti analizzati - Regioni, Province, Comuni e Comunità montane - presenti in Italia, quelli maggiormente in “ritardo” sono le Province: solo il 27,1 per cento è in grado di “dialogare” e concludere on line la procedura richiesta dai cittadini o dalle imprese. Al 28 per cento le Comunità montane, al 33,9 per cento i Comuni (con punte del 63 per cento per quelli con più di 60 mila abitanti) e al 59,1 per cento le Regioni e le Province autonome.
A livello di servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni locali è da registrare un generale miglioramento: la percentuale di enti che consente di completare on line le procedure è salita dal 7,6 del 2009 al 33,8 per cento del 2015. Ma il ritardo dell'Italia nei confronti dell'Europa è sempre rilevante.
Nord virtuoso, sud (e Liguria) in coda
I Comuni più virtuosi a livello regionale sono quelli della Provincia autonoma di Bolzano, nel Veneto, in Emilia Romagna e in Toscana. In Alto Adige il 65,5 per cento dei sindaci è abilitato a completare una procedura in via telematica, in Veneto è il 56,5 per cento, in Emilia Romagna il 54,1 per cento e in Toscana il 44,8 per cento. In coda, invece, troviamo i Comuni della Liguria (17,4 per cento), della Sicilia (16,8 per cento) e del Molise (14,7 per cento).
Suap e Diap i servizi più diffusi
Tra la trentina di servizi offerti on line monitorati, il 24,5 per cento dei Comuni italiani consente di soddisfare compiutamente per via telematica le esigenze dell’utenza con il Suap (Sportello Unico per le Attività Produttive) e il 14,5 per cento con la Diap (Dichiarazione di Inizio Attività Produttive). (VV)