SEZIONE: SICUREZZA E LEGALITA'
Sanità

La corruzione colpisce 1 azienda sanitaria su 4

11 Aprile 2017
 

La corruzione nell’ultimo anno ha coinvolto il 25,7% delle Aziende sanitarie, una su quattro, con una percentuale più alta nel Sud del nostro Paese dove gli episodi di corruzione hanno riguardato il 37,3%. Gli ambiti maggiormente a rischio risultano essere quello degli acquisti e delle forniture, le liste d'attesa e le assunzioni del personale. È quanto emerge dall'indagine condotta dal Censis sulla percezione dei Responsabili della prevenzione della corruzione di 136 strutture sanitarie nell'ambito del progetto «Curiamo la corruzione» coordinato da Transparency International Italia, in partnership con Censis, ISPE Sanità (Istituto per la promozione dell’etica in sanità), RiSSC (Centro Ricerche e Studi su sicurezza e criminalità), e finanziato nell'ambito della Siemens Integrity Initiative (www.curiamolacorruzione.it).

All'interno del sistema sanitario permangono ancora forti differenze tra Regioni e aree territoriali, sia nella qualità che nella quantità degli strumenti attivati. Le strutture sanitarie che hanno partecipato all'indagine sono state classificate in 4 gruppi, secondo un indice che valuta la percezione del rischio di corruzione: 24 strutture, pari al 17,6%, di cui ben 16 del Nord, si classificano nella fascia di rischio basso; 20 strutture sanitarie, cioè il 14,7%, presentano una percezione di rischio alto, e tra queste 9 si trovano al Sud.
L'analisi dei Piani anticorruzione di tutte le aziende sanitarie condotta da RiSSC rivela che il 51,7% delle strutture non ha adottato Piani anticorruzione adeguati. Le Regioni con la qualità media dei Piani più bassa sono la Calabria e la Puglia. Sul fronte dei conti economici, l’analisi effettuata da ISPE Sanità stima che circa il 6% delle spese correnti annue del Servizio sanitario nazionale siano riconducibili a sprechi e corruzione. Il rischio di inefficienze è più alto nel caso di acquisto di servizi per le Asl e di acquisto di beni per le Aziende Ospedaliere.

L’indagine ha rilevato anche aspetti positivi: il 96,3% delle aziende sanitarie ha già reso disponibili dei sistemi di raccolta delle segnalazioni di corruzione (whistleblowing) e il 44,4% lo ha fatto utilizzando piattaforme informatiche. Inoltre, il 79,4% delle strutture ha adottato i Patti di integrità, da sottoscrivere con le aziende che partecipano agli appalti e il 90,4% ha intrapreso percorsi di formazione rivolti al personale sui temi dell'etica e della legalità. Proprio quest’ultimo aspetto risulta essere per il  51,9% dei responsabili della prevenzione la misura più efficace per contrastare la corruzione.

Il progetto Curiamo la corruzione ha l'obiettivo di aiutare il Servizio sanitario nazionale, tra i migliori sistemi pubblici al mondo per ampiezza e qualità dei servizi offerti, a ridurre il livello di corruzione attraverso una maggiore trasparenza, integrità e responsabilità. Per raggiungere questo obiettivo sono state realizzate diverse attività sia di ricerca sia sul campo che mirano ad aumentare la consapevolezza sul fenomeno della corruzione, a formare il personale delle aziende sanitarie e ospedaliere, a implementare e testare strumenti innovativi e modelli organizzativi specifici in 4 Asl pilota di Bari, Melegnano e Martesana, Siracusa e Trento.

(SM)

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