SEZIONE: TERRITORIO E SVILUPPO LOCALE
INDAGINI

Più povera, immobile e spopolata: è l'Italia del Censis

4 Dicembre 2017
 

"Cresce l'Italia del rancore". Lo sostiene il Censis nel 51esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, secondo cui l'Italia si mostra "impotente di fronte a cambiamenti climatici e a eventi catastrofici che chiedono grandi risorse e grande impegno collettivo": è ferita dai crolli di scuole, ponti, abitazioni per "una scarsa cultura della manutenzione", quindi per responsabilità diretta dell'uomo. Non è tutto: il Paese appare sfiduciato, affaticato, sempre meno popolato.

I migranti antidoto allo spopolamento
In 755 Comuni italiani, pari al 9,5% del totale, la popolazione nell'ultimo quinquennio è cresciuta unicamente grazie agli immigrati. Si tratta di Comuni in cui risiedono oltre 11 milioni di abitanti, ovvero il 18,4% della popolazione: l'incremento del 32% degli abitanti stranieri in queste località ha compensato la riduzione dello 0,9% degli italiani, permettendo a questi centri di godere di un movimento anagrafico positivo per l'1,4%.«Il contributo demografico positivo derivante dalla stabilizzazione dei migranti - riferisce il Rapporto Censis - è particolarmente evidente in quelle aree che sono maggiormente a rischio di spopolamento, ovvero i Comuni periferici che distano tra i 40 e i 70 minuti dai poli urbani maggiori, dove risiedono circa 3,6 milioni di abitanti (il 5,9% della popolazione italiana) e i Comuni ultraperiferici che distano oltre 70 minuti dalle aree urbane, dove vivono quasi un milione individui, pari all'1,5% della popolazione.


Aumentano le famiglie in povertà assoluta
Sono oltre 1,6 milioni le famiglie che nel 2016 sono in condizioni di povertà assoluta, con un boom del +96,7% rispetto al periodo pre-crisi. Gli individui in povertà assoluta sono 4,7 milioni, con un incremento del 165% rispetto al 2007. Tali dinamiche incrementali hanno coinvolto tutte le aree geografiche, con un'intensità maggiore al Centro (+126%) e al Sud (+100%). Il boom della povertà assoluta rinvia a una molteplicità di ragioni, ma in primo luogo alle difficoltà occupazionali, visto che tra le persone in cerca di lavoro coloro che sono in povertà assoluta sono pari al 23,2%. Il fenomeno ha una relazione inversa con l'età: nel 2016 si passa dal 12,5% tra i minori (+2,6% negli ultimi tre anni) al 10% tra i millennial (+1,3%), al 7,3% tra i baby boomer, al 3,8% tra gli anziani (-1,3%). La povertà assoluta ha l'incidenza più elevata tra le famiglie con tre o più figli minori (il 26,8%, +8,5%). I dati mostrano un altro trend il cui potenziale sviluppo può avere gravi implicazioni nel futuro: l'etnicizzazione della povertà assoluta. Nel 2016 il 25,7% delle famiglie straniere è in condizioni di povertà assoluta contro il 4,4% delle famiglie italiane, mentre nel 2013 erano rispettivamente il 23,8% e il 5,1%. (VV)

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