SEZIONE: SICUREZZA E LEGALITA'
Lotta alla mafia

Intimidazioni: in Lombardia il 15% dei fenomeni

20 Novembre 2017
 

Un confronto tra due report sulle intimidazioni agli amministratori pubblici si è tenuto questa mattina a Palazzo Pirelli, che ha visto protagonisti i documenti della Commissione speciale antimafia di Regione Lombardia e di Avviso Pubblico.
L'obiettivo della giornata, come ha evidenziato Gian Antonio Girelli, Presidente della Commissione Speciale Antimafia, è stato quello di stimolare a "uscire dalle semplici parole e dare il via ad azioni concrete, per dovere politico e civile".

Il rapporto di Libera
I numeri del fenomeno intimidatorio sono stati presentati da Pier Paolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, che ha ricordato come "l'idea del rapporto è nata nel 2010, e in sei anni sono stati censiti una media annuale di 212 intimidazioni rivolte agli amministratori pubblici, ma nel 2016 il numeto è stato di 454, uno ogni 16 ore". A questi dati si devono aggiungere quelli relativi alle 108 intimidazioni registrate contro gli agenti polizia municipale. Fuori dalla rilevazione rimane la "cifra oscura, fatta da chi non denuncia per scelta o per paura".
Gli episodi sono stati registrari in 18 regioni, il 76% di loro si concentra nel mezzogiorno, soprattutto in Calabria, Sicilia e Campania. Dei casi registrati nel nord, molti sono rilevati in Lombardia che è l'ottava regione per numero di casi. Romani ha puntualizzato che in Lombardia sono coinvolti dal fenomeno "15 Comuni in 6 province. Un caso emblematico è quello di Sorigo, dove tra gli 3 ultimi sindaci, due dimessi prima dela dine del fine mandato a causa delle minacce ricevute". Il Coordinatore di Libera ha quindi concluso affermando che "quando si colpisce un amministratore non si colpisce solo una persona ma un'intera comunità, quindi la denuncia e l'azione di contrasto sono una forma di difesa della democrazia".

L'analisi regionale
Nando Dalla Chiesa, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico in materia di contrasto ai fenomeni mafiosi ed educaizone alla legalità, ha quindi presentato il risultato di un questionario promosso dalla Regione al quale "hanno quasi 500 comuni e ha permesso di individuare oltre 100 casi intimidatori". Dalla Chiesa ha quindi sottolineato come sovente accade che "nel gergo comune si riduca la portata della situazione in atto in Lombardia, ma ci sono molto forme di intimidazione, sia contro le cose che contro le persone". Per il docente universitario "le mafie in Lombardia stanno minando la democrazia e la rappresentatività dei territori e portano alla sconfitta della partecipazione". Infine un'analisi della diffusione dei fenomeni, sottolineando come "la forza mafia è spesso dove ci sono piccoli Comuni, dove si notano meno controllo e si pensa che si può fare quello che si vuole, perché si avverte meno la presenza dello Stato".

Anci Lombardia per la legalità
"Non sono si deve monitorare la situazione che coinvolge amministratori e agenti di polizia, ma anche a una situazione border line che si rivolge a tutto l'apparato tecnico amministrativo nelle amministrazioni comunali" ha evidenziato Virginio Brivio, Presidente di Anci Lombardia, intervenendo nel cofronto, ricordando come "Anci Lombardia sta portando avanti un lavoro su questo fronte attivando sinergie con Avviso Pubblico, insistendo soprattutto sulla necessità che gli adempimenti in merito alla trasparenza e all'anticorruzione siano sempre meno questioni burocratiche e sempre più di sostanza, con piani che calzanti sulle istituzioni". Da qui "l'attenzione sui piccoli Comuni, perché i piani anticorruzione siano coerenti con le esigenze dei piccoli centri".
Per Brivio "l'importante è non sentirsi soli, per evitare l'isolamento quando si prendono decisioni". Da questo lato "una legge sulla riduzione del numero di amministaratori locali, che può avere aspetti positivi, porta anche aspetti negativi, perchè porta ad avere consigli e giunte ridotte. E' quindi necessario allargare i paletti tenda dove si prendono le responsabilità, perchè questo porta a condividere le scelte".

Queste riflessioni soni state fatte proprie da Gustavo Cioppa, Sottogretario alla Presidenza della Regione Lombardia, per il quale "è importante avere la consapevolezza che il fenomeno riguarda anche Lombardia" e che "dire no a qualsivoglia intimidazione significa tenere alto lo sguardo". (LS)

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