Cosa resta del G7 dell'Agricoltura, concluso il 15 ottobre 2017 a Bergamo? Molte polemiche, legate in particolare alla difficoltà di trasformare in progetti concreti le tante proposte emerse - difficoltà denunciata, in particolare, dal Ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina in un post sul suo profilo Facebook - e un documento programmatico, la Dichiarazione di Bergamo, sottoscritto all'unanimità da Italia (che aveva la presidenza di turno), Stati Uniti, Canada, Francia, Regno Unito, Giappone, Germania, dall'Unione europea e sostenuta anche dalle istituzioni non governative che operano nel contesto agricolo e alimentare, come Fao, Ifad, Unione africana, Ocse, World food program, Slow food.
I cinque punti fondamentali della Dichiarazione
La Dichiarazione di Bergamo poggia su cinque punti fondamentali: tutela dei produttori; cooperazione agricola con l'Africa; trasparenza dei prezzi; battere lo spreco; tracciabilità per i sistemi produttivi territoriali. Vediamoli in dettaglio:
- Tutela del reddito dei produttori dalle crisi climatico-ambientali, mandato alla Fao: la Dichiarazione di Bergamo sancisce fra gli obiettivi quello di promuovere la tutela del reddito dei produttori, a partire dai piccoli, davanti alle crisi economiche e i disastri climatici.
I paesi del G7, insieme a Ifad, World food program e Ocse hanno concordato di affidare alla Fao il compito di studiare un programma di azioni e individuare una definizione unitaria di evento catastrofico che oggi manca.
- Più cooperazione agricola con l'Africa: aumento della cooperazione agricola, sviluppo delle partnership nella ricerca, del trasferimento di conoscenza e tecnologia. La zona prioritaria di intervento, anche in relazione al fenomeno migratorio, è il continente africano, dove il 20% della popolazione soffre di povertà alimentare.
- Maggiore trasparenza nei prezzi del cibo: impegno a rafforzare la trasparenza nella formazione dei prezzi e nella difesa del ruolo degli agricoltori nelle filiere, soprattutto di fronte alle crisi di mercato e alla volatilità dei prezzi. In particolare, sui mercati locali si lavora a partire dalla Fao, per dotare i produttori di strumenti che li aiutino nella definizione dei prezzi anche utilizzando big data e previsioni sull'andamento dei mercati.
- Battere lo spreco alimentare: necessità di rafforzare le norme e le azioni per ridurre le perdite di cibo e gli sprechi alimentari, che oggi coinvolgono un terzo della produzione alimentare mondiale.
- Tracciabilità per i sistemi produttivi territoriali: adozione di politiche concrete per la tracciabilità e lo sviluppo di sistemi produttivi legati al territorio.
(Valeria Volponi)