Si chiama Green public procurement, il GPP, e oggi in Italia vale 9,5 miliardi di euro, su un totale di 111,5 miliardi di acquisti per la pubblica amministrazione. Il nostro Paese è l'unico a livello europeo a prevederne l’obbligatorietà, il che lascia intendere la possibilità di un allargamento a un numero di settori sempre più ampio. Il GPP non copre ancora infatti prodotti farmaceutici, ma è forte su mense, carta, illuminazione pubblica, elettronica e arredi. Verde pubblico e tessile sono, invece, ancora in ritardo, ma con l’edilizia e il settore dei rifiuti il mercato del GPP toccherà a breve la quota di 25 miliardi di euro di valore all’anno. Solo il mercato dei prodotti da riciclo, con il GPP, aumenterà di 5 miliardi.
La chiamata a un grande sforzo innovativo
"Con l’approvazione dell’articolo 34 del Codice dei Contratti Pubblici, l’Italia è il primo Paese a rendere obbligatoria l’adozione dei Criteri Ambientali Minimi come elemento chiave per diffusione degli Appalti Verdi nelle nostre pubbliche amministrazioni", ha dichiarato Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. "La sfida del Green Public Procurement chiama tutti noi a un grande sforzo innovativo per attribuire centralità alle azioni di sostenibilità nella quotidianità del lavoro pubblico e privato, come garantito nella nostra Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare attraverso il documento “Verso un modello di economia circolare per l’Italia” (in allegato) che dimostra come gli acquisti pubblici possano divenire uno dei principali strumenti per indirizzare le produzioni verso modelli di economia circolare".
Le Regioni arrancano
I Criteri Ambientali Minimi obbligatori sono ormai 17 ma per esempio, per quanto riguarda l’edilizia, si è partiti solo nel 2017 e le Regioni che hanno già approvato un piano d’azione sono appena sei: Sardegna, Emilia, Veneto, Basilicata, Puglia e Lazio. (VV)
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