SEZIONE: WELFARE E POLITICHE GIOVANILI - ISTRUZIONE
ISTRUZIONE

I CPIA ai Comuni: Aiutateci a intercettare il bisogno formativo.

21 Giugno 2016
 

Una giornata per mettere in comunicazione, dopo due anni di attività, i CPIA - Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti - il Miur e i Comuni, nella convinzione che solo la condivisione delle problematiche che l'innovazione didattica e l'ingresso nello scenario di riferimento di un'istituzione scolastica nuova ha portato nei territori, consenta di lavorare in modo efficiente, al servizio di tutti quelli che oltre 18 anni hanno l'esigenza di completare il proprio percorso formativo. L'ha organizzata Anci Lombardia, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, l'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia a Milano: "E' fondamentale lavorare perchè ci sia un collegamento stretto tra i Centri Provinciali e gli enti territoriali in cui sono inseriti. Solo così è possibile attivare una didattica davvero funzionale al reinserimento degli adulti, che li accompagni alla formulazione di un percorso di vita, il cui sbocco principale è consolidare l'attività lavorativa", spiega Giampiera Vismara, Coordinatore del dipartimento Istruzione, formazione, scuole dell'infanzia di Anci Lombardia.

 

Tre fronti aperti: più attività, aule aperte, nuove sedi
Sposa l'appello di Giampiera Vismara il dirigente della Direzione Generale degli Ordinamenti del Miur, Sebastian Amelio, che osserva: "Il rapporto con gli enti locali meriterebbe approfondimenti specifici, frequenti e fortemente tematizzati. Non è solouno dei tanti possibili, ma è di quelli in cui ne va del futuro del sistema di istruzione degli adulti: senza ruolo attivo dei centri locali, la partita è persa in partenza. Il mio auspicio è che il tema assuma un ruolo centrale tale da consentire una ripartenza del tema in modo efficiente".
Tre sono i punti che possono essere segnalati nella normativa di riferimento: innanzitutto, un ampliamento dell'offerta formativa viene richiesto da più parti; poi: l'utilizzo delle cosiddette Aule Agorà, dedicate alla fruizione delle lezioni in video conferenza, e infine, un maggiore numero di sedi. "Per ciascuno di questi punti, la collaborazione degli enti locali è fondamentale: l'offerta formativa si potrebbe per esempio aumentare facendo fruire a distanza una parte del percorso - metodologia didattica da non considerare aggiuntiva o secondaria - che può anzi favorire l’apprendimento. E chi meglio dei Comuni è in grado di suggerire e attivare nuove sedi?", prosegue Amelio.

 

La funzione pubblica dei CPIA...
Per chiarire l'importanza della presenza dei CPIA sul territorio, possono bastare due dati: tra la popolazione adulta, il 51% possiede al massimo la licenza media (ovvero, ci sono più di 20 mln di persone in Italia sprovviste di titolo istruzione secondario). E secondo un'altra fonte, sono 29  i milioni di persone che avrebbero bisogno di innalzare il loro livello di studio. "Che la popolazione adulta abbia un livello di istruzione sufficiente è necessario per migliorare il livello del Paese. C'è un livello considerato minimo per lo sviluppo sociale e politico di un paese, che se manca determina scarsa coesione sociale", spiega Amelio. " Se non ci sono strumenti culturali crescono la paura, l'ignoranza, la disaffezione alla politica e diminuisce il desiderio di partecipazione alla vita democratica. Di fronte al deficit formativo che si registra oggi, il più alto dal DopoGuerra, i CPIA sono al servizio del bene del Paese".

 

....e il ruolo degli enti locali

In questo scenario, il ruolo degli enti locali è molto ampio e si sostanzia, innanzitutto, nella valorizzazione del CPIA come unità didattica e formativa e nel segnalare situazioni particolari: "A Napoli, per esempio, abbiamo scoperto che ci sono centinaia donne italiane adulte analfabete, che vivono ai margini della società e per cui i CPIA svolgerebbero un ruolo fondamentale", spiega Pierfranco Maffè, presidente del Dipartimento Istruzione di Anci Lombardia. I Comuni sarebbero validi alleati nello svolgere un'analisi completa del bisogno formativo dei territori e insieme ai Centri potrebbero dare il via a corsi di arricchimento (su competenze linguistiche e informatiche), percorsi di raccordo (verso qualifiche professionali) anche per chi non accede alla istruzione secondo grado e misure di sistema, quali l'adattamento degli assetti didattici al carcere. "E i docenti potrebbero vedersi valorizzati, smettendo di sentirsi professionisti di serie B solo perchè impegnati nell'insegnamento agli adulti".

"E' fondamentale capire come intercettare la domanda di formazione, che percepiamo come esistente ma non urgente", spiega ancora Vismara. "La Lombardia ha le carte in regola e gli strumenti per lavorare bene, tanto che sono state elaborate proposte di ambito territoriale a cui però adesso bisogna dare vita, con una disponibilità a procedere da entrambi i lati del tavolo di cooperazione. Solo in questo modo i CPIA possono rappresentare una soluzione valida all'invecchiamento attivo della nostra popolazione".

 

Bergamo: quando la cooperazione diventa virtuosa

Tra i tanti esempi portati all'attenzione del pubblico intervenuto alla giornata di formazione, spicca quello del comune di Bergamo: "Abbiamo assunto un atteggiamento di collaborazione, con attenzione ai reciproci ruoli di tutti gli attori coinvolti e abbiamo attivato un progetto di scuola in carcere con un ampliamento creativo fatto da un corso di scrittura creativa: la scuola ha contribuito con un insegnante, il Comune ha finanziato un esperto che lo ha affiancato e come output è stato prodotto un giornale che continua a essere stampato con soddisfazione di tutti".

 

(Valeria Volponi)

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