Desta particolare attenzione il progetto "
Nidi Gratis" avviato in queste settimane da Regione Lombardia con l'aiuto di Anci Lombardia.
Lo dimostra la partecipazione attenta degli operatori comunali all'evento organizzato a Lodi per spiegare la misura che ha aperto il ciclo dei seminari territoriali che Anci e Regione hanno promosso.
Davide Sironi di Regione Lombardia aprendo l'evento lodigiano in videocollegamento da Milano, ha descritto Nidi Gratis come la misura che "prevede di azzerare la retta pagata dalle famiglie per i nidi pubblici o per i posti in nidi privati convenzionati con il pubblico" e, per poterne usufruire, la famiglia che richiede il contributo deve "rientrare in una fascia ISEE entro i 20 mila euro, avere entrambi i genitori lavoratori o partecipanti a percorsi di inserimento lavorativo, e almeno uno dei due deve essere residente in Lombardia".
Il ruolo dei Comuni
Per dare sviluppo al provvedimento Sironi ha evidenziato che la Regione sta lavorando "alla definizione delle modalità per dare seguito all'erogazione delle risorse", nella quale si definirà "una prima fase in cui i comuni dovranno aderire alla misura attraverso un provvedimento formale, seguita dalla presa d'atto da parte della Regione del provvedimento, situazione che costituirà il momento dal quale comuni potranno iniziare a raccogliere domande".
Nidi Gratis, dunque, chiama in causa in primo luogo i Comuni, ed è per questo che Sironi ha sottolineato "il grande supporto di Anci Lombardia" in queste settimane.
Per Anci Lombardia a Lodi era presente Agnese Losi, coordinatrice del dipartimento welfare Anci Lombardia, che ha spiegato i dettagli della misura con Onelia Rivolta, referente del progetto per Anci Lombardia.
Nel loro intervento, che ha risposto anche alle molte domande del pubblico, dato le prime scadenze e presentato simulazioni utili a guidare l'operato di amministratori e funzionari comunali, le rappresentanti di Anci Lombardia hanno evidenziato come, per aderire alla misura, é necessario il possesso dei requisiti da parte dei cittadini e, soprattutto, da parte dei Comuni che, in particolare, non devono aver aumentato le rette a carico delle famiglie dopo il 21 marzo 2016 e devono già partecipare ad abbattere una parte della retta dei beneficiari della misura. (SL)